Che l’Italia fosse una nazione abbastanza difensivista nel mondo del calcio è appurato. Il vecchio schema del catenaccio e del contropiede ha fatto la fortuna di un gran numero di squadre e, al giorno d’oggi, sembra un calcio estremamente vecchio e in totale anacronismo con sistemi di gioco che prevedono possesso di palla, feroce aggressione fin dai primi passaggi dell’azione avversaria e una costante ricerca del monopolio del centrocampo.
Proprio questa anima e questo spirito estremamente votato alla fase difensiva e al non consentire di fare gol, rappresenta una caratteristica del nostro campionato. Quindi, potrebbe essere uno dei motivi che ha portato nel corso degli ultimi decenni tantissimi big dell’attacco, rivoluzionando completamente le previsioni e i pronostici serie A dopo la prima parte della stagione.
Da Ibrahimovic fino ad arrivare a Tevez, passando per Cristiano Ronaldo e tanti altri ancora. Dando uno sguardo agli ultimi giocatori premiati al Gran Galà del Calcio, si può notare come il campionato italiano abbia tutte le caratteristiche che servono per esaltare i veri e propri rapaci dell’area di rigore, i bomber in senso assoluto.
Intensità, fisicità e una tattica portata quasi all’estremo: queste sono le caratteristiche della serie A e, di conseguenza, rappresentano l’habitat ideale per i grandi numeri nove. Resta, in effetti, a livello difensivo, il campionato più complicato al mondo.
Leadership e territorialità: Zlatan Ibrahimovic
Quando si parla di determinazione e di personalità, il numero nove per eccellenza, negli ultimi decenni, è certamente Zlatan Ibrahimovic. Correva l’anno 2010/11 quando si portò a casa per la terza volta il premio di giocatore assoluto. Il motivo? I suoi gol hanno portato la compagine rossonera a vincere il tricolore.
Un vero e proprio spauracchio per tutti i difensori avversari. Anche in quei match in cui non sembrava essere al 100%, riusciva sempre a mettere una certa agitazione. Un giocatore totale, che aveva il merito, in modo particolare, di rendere più forti anche tutti i vari giocatori intorno a lui. Un vero e proprio MVP, diventato leader sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo psicologico.
Carlos Tevez, brutalità calcistica al potere
Sia con Ibrahimovic che con Tevez c’è sempre una figura comune. Si tratta dell’allenatore, ovvero Max Allegri. Nel secondo caso, il toscano sedeva sulla panchina della Juve e fu anche grazie a lui che Tevez vinse nel 2015 il premio come miglior calciatore assoluto AIC, interrompendo il regno di Andrea Pirlo, che è durato quindi dal 2012 al 2014.
Un concentrato di brutalità calcistica, che emerge in modo abbastanza evidente dai tanti gol di cui è stato protagonista nel massimo campionato italiano. In Serie A ha messo a segno 39 gol in 66 partite, di cui ben 20 nella stagione 2014/15, in cui ha dato l’impressione di essere quasi onnipotente.
Cristiano Ronaldo, una macchina da gol
Il premio come miglior giocatore assoluto dell’AIC è passato di testimone in testimone fino all’arrivo di Cristiano Ronaldo in Italia. Impossibile non pensare che il fenomeno portoghese, alla costante ricerca della perfezione, non si portasse a casa almeno un premio. D’altro canto, è il campione in grado di risolvere le partite: basta un pallone, una giocata estemporanea e Cristiano riesce a mettere il suo timbro sulle partite.
Due gol su tutti che spiegano alla perfezione quel misto di maniacale ricerca del dettaglio che caratterizza sia il fisico che la tecnica di Cristiano Ronaldo. Il primo contro l’Empoli, da fuori area, un missile che va a infilarsi all’incrocio dei pali e che risolve un match decisamente complicato. Il secondo, un gol di testa a Marassi sfidando letteralmente il concetto di gravità. Due gesti tecnici che spiegano molto bene chi è stato in Italia CR7.
