L’Olanda di Cruijff: storia dell’Arancia Meccanica nel post di Campioni Calcio
Ci sono squadre, in particolar modo Nazionali, che non rientrano nel gotha del calcio per i trofei vinti, ma per un modo di fare calcio e uno stile di gioco che hanno in qualche modo orientato le successive generazioni di allenatori e calciatori. L’Olanda di Cruijff, uno dei più grandi nella storia del calcio, ha rappresentato un modello calcistico e tattico da seguire per tutti o quasi dagli anni ’70 in poi. A quella formidabile squadra si ispirano infatti anche il Milan di Sacchi, e in epoca moderna il gioco di Guardiola nel Barcellona.
Quell’epoca ha segnato il passaggio da un tipico catenaccio all’italiana a un modo di fare calcio molto più proattivo e rivoluzionario, tendente all’azione offensiva. Dall’agire difensivo all’agire offensivo tipicamente olandese il passo diventa fin troppo breve.
Calciatori interscambiabili nelle posizioni, pressing a tutto campo, gioco di squadra, passaggi brevi e il comando del gioco sono caratteristiche proprie all’Olanda di Cruijff, ripetute in chiave moderna dagli allenatori di oggi, e in parte anche dal Napoli di Sarri.
Il calcio totale dell’Olanda anni ’70
L’Olanda di Cruijff mette in mostra il cosiddetto calcio totale che stravolge, di fatto, gli schemi convenzionali e le attitudini tattiche. Gli anni ’70 sono uno spartiacque della mentalità calcistica e assumono un’importanza consolidata poi negli anni moderni.
Quell’Olanda con la sua generazione di grandi talenti capitanata da Johan Cruijff, ma non solo. Sconvolse infatti l’universo delle Nazionali e dei club, praticando un calcio fatto di puro atletismo e di scambi di ruolo frequenti. Una frenesia tattica e calcistica che metteva in seria difficoltà le squadre avversarie, abituate ad un tipo di gioco meno movimentato e più tattico.
Quel tipo di gioco è stato riproposto con successo nell’Ajax, che in quegli anni spopolava e vinceva su ogni campo (e i cui interpreti erano quasi tutti gli stessi). Tra i titoli vinti da quella squadra di club abbiamo tre le Coppe Campioni conquistate (1970-71, 1971-72, 1972-73), una Coppa Intercontinentale nel 1972.
Gli insuccessi nazionali del 1974 e del 1978
I Mondiali del 1974 e del 1978 pesano come una ferita ancora aperta per il calcio olandese. Due finali perse consecutive contro Germania Ovest e Argentina sono difficili da rimarginare completamente nel tempo e ancora oggi fanno male, ma rappresentano comunque un successo globale, più che di squadra. Ad onor di cronaca nel 1978 non era presente l’olandese volante ma in grandi linee era composta da quasi tutti quelli presenti quattro anni prima.
L’intero mondo scoprì la Grande Olanda del gioco totale che spaccava gli avversari, in senso calcistico. In pieno stile Arancia Meccanica. La rivoluzione era già in atto, anche se quell’Olanda non ha mai vinto nulla, di fatto. Tanti applausi, ma nessun trofeo. Ma poco importa.
Quel concetto di libertà e spensieratezza di Michels e dei suoi ragazzi faceva già giurisprudenza calcistica e si affermò negli anni a seguire come punto di riferimento.
A modo suo, l’Olanda si è guadagnata un posto nell’olimpo del calcio, mettendo letteralmente in ginocchio convinzioni schematiche consolidate.
L’Arancia Meccanica dell’Olanda di Cruijff è un processo inarrestabile e inarrivabile, ancora oggi.
Formazioni finale mondiale 1974 e 1978
Di seguito i tabellini delle due finali mondiali perse da quella straordinaria squadra.
Olanda-Germania Ovest 1-2: tabellino
Olanda: 8 Jan Jongbloed, 20 Wim Suurbier, 17 Wim Rijsbergen, 2 Arie Haan, 12 Ruud Krol, 6 Wim Jansen, 13 Johan Neeskens, 3 Willem van Hanegem, 16 Johnny Rep, 14 Johan Cruijff (C), 15 Rob Rensenbrink
Sostituzioni: 18 Piet Schrijvers 5 Rinus Israël 7 Theo de Jong Ingresso al 69’, 10 René van de Kerkhof Ingresso al 46’, 9 Piet Keizer
Allenatore: Rinus Michels
Germania Ovest: 1 Sepp Maier, 2 Berti Vogts, 5 Franz Beckenbauer (C), 4 Hans-Georg Schwarzenbeck, 3 Paul Breitner, 16 Rainer Bonhof, 14 Uli Hoeneß, 12 Wolfgang Overath, 9 Jürgen Grabowski, 13 Gerd Müller, 17 Bernd Hölzenbein
Sostituzioni: 21 Norbert Nigbur, 6 Horst-Dieter Höttges, 8 Bernhard Cullmann, 15 Heinz Flohe, 11 Jupp Heynckes
Allenatore: Helmut Schön
Marcatori: Neeskens Gol 2’ (rig.) Gol 25’ (rig.) Breitner, Gol 43’ Müller
Argentina-Olanda 3-1: tabellino
Argentina: 5 Ubaldo Fillol, 15 Jorge Olguín, 7 Luis Galván, 19 Daniel Passarella (C), 20 Alberto Tarantini, 6 Américo Gallego, 2 Osvaldo Ardiles, 10 Mario Kempes, 4 Daniel Bertoni, 16 Oscar Ortiz, 14 Leopoldo Luque
Sostituzioni: 1 Norberto Alonso, 3 Héctor Baley, 8 Rubén Galván, 9 René Houseman, 12 Omar Larrosa
Allenatore: César Luis Menotti
Olanda: 8 Jan Jongbloed, 5 Ruud Krol (C), 6 Wim Jansen, 22 Ernie Brandts, 2 Jan Poortvliet, 13 Johan Neeskens, 9 Arie Haan, 11 Willy van de Kerkhof, 10 René van de Kerkhof, 16 Johnny Rep, 12 Rob Rensenbrink
Sostituzioni: 4 Adrie van Kraay, 17 Wim Rijsbergen, 18 Dick Nanninga, 19 Pim Doesburg, 20 Wim Suurbier
Allenatore: Ernst Happel
Marcatori: Kempes Gol 38’, Gol 82’ Nanninga, Kempes Gol 105’, Bertoni Gol 115’
Il nostro post dedicato all’Olanda e al suo gioco totale, che ha caratterizzato gli anni ’70, termina qui. Alla prossima con le storie di calcio del nostro portale.