Il Foggia di Zeman

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foggia di zeman foto

Il Foggia di Zeman nel post di Campioni Calcio dedicato alle Storie di Calcio

Gli anni ’90 si pongono nell’ottica del massimo splendore calcistico italiano. La Serie A si connota come il campionato più competitivo e migliore d’Europa. Merito di squadre dallo spiccato DNA difensivista e catenacciaro associate, in contrapposizione, a formazioni decisamente più offensive e “libertine” come ad esempio il Foggia di Zeman.

La classica squadra dalla spiccata connotazione offensivista ma, allo stesso tempo, dall’aspetto in campo rigoroso nella tattica e negli schemi. Quel Foggia dei primi anni ’90 ha fatto storia e giurisprudenza. Un calcio propositivo che diviene un vero e proprio modello negli anni a seguire. 

Come nasce Zemanlandia e il Foggia di Zeman

Zdenek Zeman comincia ad operare il suo 4-3-3 sin dalla stagione 1990-91. È quella della Serie B che poi si concluderà con la trionfale promozione in Serie A. Tutti cominciano già a guardare con ammirazione a quella formazione che faceva faville in cadetteria.

Approdata in Serie A nella stagione 1991/92, la sapiente e saggia gestione del presidentissimo Pasquale Casillo contribuisce a far sbocciare una nuova realtà del calcio italiano.

Zeman rimarrà a Foggia alcune stagioni, fino a quella 1993-94, quando arriva a giocarsi all’ultima partita la qualificazione UEFA contro il Napoli in casa. Poi lascerà Foggia e la città pugliese per Roma, sponda laziale. Per intenderci, il Foggia nella stagione 1994-95 retrocede in serie B, giusto per ribadire l’importanza del tecnico nello scacchiere tecnico della squadra.

giuseppe signori foto

Il dream team del Foggia di Zeman

Il tridente delle meraviglie Baiano-Signori-Rambaudi fa paura sin dalle prime battute. Fa tremare squadroni dell’epoca come Inter e Napoli nelle prime giornate di campionato.

Il portiere Mancini e i difensori Petrescu e Matrecano, tanto per citare alcuni nomi storici di quella formazione, compongono una linea difensiva orientata all’attacco, ma mai troppo esposta. Il russo Shalimov centrocampista che oggi si definirebbe “moderno”, tutto attacco e difesa. 

Ma a fare la differenza c’era tutta la tecnica di quei tre lì davanti sopra citati. Il gioco di Zeman e le insistenze ossessive sulla marcatura a zona segnano lo spartiacque tra una vecchia e una nuova era calcistica. Casillo e Foggia sono divenute così la storia di un calcio italiano che non esiste più come a quei tempi. Lì dove i diavoli rossoneri pugliesi vogliono tornare per ritornare, a loro volta, ai fasti gloriosi e perduti di un tempo.

 

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