Storia dell’Europeo vinto dall’Italia nel 1968, nel post a cura di Campioni Calcio
Gli Europei al pari dei Mondiali. Quelle classiche manifestazioni calcistiche, cicliche, che quando arrivano catalizzano la massima attenzione degli sportivi appassionati, anche quelli non fedelissimi. Da questo punto di vista l’Italia non ha avuto un gran rapporto con questo tipo di competizione, per usare un eufemismo. Infatti l’Europeo vinto dall’Italia era datato 1968, alcuni decenni fa fino ad oggi quando la Nazionale di Mancini ci ha riportato sul tetto d’Europa. Ci è sempre andata a sbattere contro, calcisticamente parlando. Spesso a un passo dalla vittoria, ma mai agguantata del tutto, se non in un solo caso fino al 2021. Correva l’anno 1968 e la Nazionale italiana conquistava il suo primo Europeo.
Ripercorriamo, quindi, la storia dell’Europeo vinto dall’Italia in quell’anno nel nuovo post a cura di Campioni Calcio!
L’Italia vince Euro ’68
Gli Europei del 1968 rappresentano, ancora oggi, la prima delle due manifestazioni continentali vinte dal nostro paese. Non ce ne sono state altre. Quel 10 giugno si dichiaravano gli azzurri campioni d’Europa ed è già, di per sé, una data storica.
Tutto ciò nell’ambito di un contesto fortemente tumultuoso a livello sociale e politico, derivante dalle battaglie e ribellioni perpetrate nel tessuto giovanile. Da questo punto di vista, l’Europeo agguantato si inserisce in una sorta di forma di riscatto e riappropriazione di una centralizzazione a livello europeo.
Sono passati più di 50 anni ormai da quella gloria europea, ma quel ricordo resta vivo nella memoria dei tifosi azzurri. Esattamente 2 anni dopo nel tonfo con la Corea del Nord ai Mondiali del ’66 e 2 anni prima del leggendario Mondiale 1970, chiuso alle spalle di Pelé e soci. Uno spartiacque di assoluto valore.
In un Europeo con gironi eliminatori, le cui vincitrici si contendono la vittoria finale con gare ad eliminazione diretta. Ai quarti di finale, l’Italia ha la meglio sulla Bulgaria della doppia sfida: 3-2 per i bulgari all’andata, ribaltato dal 2-0 della gara di ritorno.
La semifinale contro l’URSS invece è a partita secca e la Nazionale termina i supplementari sullo 0-0, nella gara di Napoli. Non essendoci allora i rigori, si ricorse alla monetina. La fortuna era dalla parte di Facchetti e l’Italia va in finale.
Nella finalissima con la Jugoslavia i ragazzi dell’allora ct Furio Valcareggi si sbarazzarono della Jugoslavia con un secco 2-0 (nella gara di ripetizione dopo il pari per 1-1 nella prima partita), mandando in visibilio l’intero stadio Olimpico con i suoi 70mila spettatori circa annessi.
Fermento diviene la parola giusta. Gli italiani si identificavano, in particolare, nella figura di uno dei personaggi di spicco di quella Nazionale, l’attaccante Pietro Anastasi. Siciliano, di umili origini, incarnava perfettamente l’uomo che ce l’aveva fatta e che aveva portato l’Italia sul tetto d’Europa.
La contestazione giovanile dell’epoca passava anche per il calcio. Una trasposizione mai troppo nascosta. Quell’Euro ’68 restituì fiducia e consapevolezza ad un gruppo squadra minato da troppe incertezze interne prima del grande evento.
La Nazionale di Valcareggi, tuttavia, era composta da grandissimi nomi del calcio italiano dell’epoca, come Facchetti, Riva, Burgnich, Mazzola, Rivera e tanti altri. Gli uomini calzanti per uno slancio successivo azzurro, di cui si ebbero i frutti qualche anno dopo.