Allenatori più vincenti di sempre

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allenatori più vincenti di sempre

Allenatori più vincenti di sempre al mondo nel post a cura di Campioni Calcio

Nello sport la mano di un allenatore è fondamentale. Una guida tecnica che sappia orientare e dirigere le mosse della squadra che ha a disposizione. Ci vuole una certa predisposizione anche per quello e non a caso di allenatori vincenti in giro ce ne sono pochi.

Gli allenatori più vincenti di sempre, soprattutto nel mondo del calcio, si distinguono per bravura e competenza. Il calcio, da questo punto di vista, è uno degli sport di squadra dove la mano di un tecnico si enfatizza di più. Naturalmente, maggiore è il tasso tecnico a disposizione, più facile sarà il compito di costui nell’allestire e guidare una squadra.

Gli allenatori più vincenti nella storia del calcio spiccano tutti per titoli e trofei vinti in quantità incessanti. Sia a livello nazionale che internazionale sono venuti fuori numeri 1 nel vero senso della parola e l’Italia, da questo punto di vista, non si fa trovare impreparata. Tutt’altro. Questo ruolo è universale in quanto non conta nulla il Paese d’origine, ma la semplice abilità tecnica.

La lista che si ergono a rappresentanti storici della panchina è ben fornita e annovera personaggi di assoluto spessore, i quali hanno lasciato il segno anche fuori dal campo con le loro performance. Qualcuno continua a farlo anche adesso, arricchendo la propria carriera.

Fabio Capello

Allenatore che lascia il segno soprattutto nell’arco temporale che va dai primi anni ’80 ai primi anni 2000. Da calciatore ha vinto 4 campionati e due coppe Italia, di cui 1 alla Roma. Proprio sulla panchina giallorossa il suo contributo diventa determinante per l’ultimo Scudetto, datato 2001. 

Otto campionati vinti con tre squadre diverse da allenatore. Fa scuola anche al Real Madrid, di cui si ricorda il rapporto controverso con Cassano. Lo Scudetto revocato in concomitanza con l’avvento di Calciopoli resta una macchia indelebile.

Da allenatore vanta nel suo palmarès una Champions League vinta con il Milan nel 1993-94 a seguito di una finale vinta ad Atene contro il Barcellona per 4-0, che resterà probabilmente il punto più alto della sua carriera.

Marcello Lippi

Attualmente dirigente sportivo in Cina, ma la sua carriera si è protratta prevalentemente in panchina. 19 trofei portati a casa in totale, di cui 5 Scudetti vinti soltanto con la Juve oltre che una storica Champions nel 1996, fino ad ora mai replicata dal club juventino. Molta Italia e tanta Nazionale.

Il Mondiale 2006 porta la firma indelebile del CT italiano e dei suoi grandi interpreti che resero il cielo azzurro sopra Berlino. Nel 2007 il Times lo inserisce tra i 50 migliori allenatori di sempre insieme ad altri colleghi illustri.

Josep Guardiola

Allenatore moderno che fa del tiki taka e del tecnicismo spagnolo il suo punto di forza.

Il miglior Barcellona di Messi e compagnia lo si è visto con lui. Ha fatto scuola e da quella squadra ne hanno tratto ispirazione tante altre in giro per il mondo con 29 i trofei complessivi, di cui 21 in ambito nazionale.

Negli ultimi anni le cose non stanno andando per il verso giusto al Manchester City (almeno in Champions), ma non si può dire che Guardiola non sia un vincente. Tutt’altro. Anche al Bayern Monaco, dove l’opinione pubblica tedesca storceva un po’ il naso nei suoi confronti, lascia in dote 3 campionati Bundesliga e 1 Supercoppa Uefa.

Jock Stein

Allenatore di calcio scozzese che riecheggia dagli anni ’50 agli anni ’70. Il suo periodo di maggior splendore, coinciso con la conquista del triplete nel 1967 sulla panchina dei Celtic Glasgow. 

Una figura leggendaria non nota ai giovani appassionati, ma, di fatto, precursore di questa terminologia calcistica con la quale si identifica la squadra che vince, in pratica, tutti i titoli disponibili a livello nazionale. 10 volte campione di Scozia, 26 trofei in totale.

Mircea Lucescu

Scuola rumena, attualmente alla Dinamo Kiev, il suo nome resta indissolubilmente legato alla squadra ucraina dello Shakhtar Donetsk, allenata dal 2004 al 2016. Grazie ad un’ossatura brasiliana consolidata e rafforzata nel tempo si è guadagnato la bellezza di 21 trofei nazionali, di cui 8 campionati d’Ucraina, 6 Coppe nazionali e 7 Supercoppe nazionali. Forse il titolo più importante è però rappresentato dall’Europa League nel 2008-09 e una Supercoppa Europea con il Galatasaray nel 2000. 

Sono 32 trofei complessivi in carriera nella bacheca personale. Esperienze in Italia tra Brescia e Inter, ma senza conseguire grandissimi risultati, per usare un eufemismo. Unica vera soddisfazione la promozione dalla Serie B alla Serie A con le rondinelle nel lontano 1992.

Carlo Ancelotti

Carlo Ancelotti si siede anche lui a tavolo con i più grandi di sempre, avendo vinto praticamente tutto ciò che si poteva vincere, sia da calciatore che da allenatore. Infatti dopo aver vinto uno storico scudetto con la Roma ed essersi ripetuto più volte con il Milan, con il quale sale sul tetto del mondo con Sacchi, si ripete una volta appese le scarpette al chiodo. Vanta infatti, tra i tanti titoli conquistati in carriera, ben quattro Champions League con il Milan e il Real Madrid e due mondiali per club.

Nils Liedholm

Nils Liedholm, tra quelli citati è forse quello che ha vinto meno (due scudetti con Milan e Roma e tre coppe Italia) con peraltro sfortunata la finale persa ai rigori contro il Liverpool, ma è forse quello che ha innovato profondamente il calcio italiano.

Chiamato “Il Barone” per la sua classe ed eleganza, in Italia è fra i primi ad adottare con sistematicità la difesa a zona, prendendo spunto dalle nazionali olandese e brasiliana.

Ottmar Hitzfield

Hitzfield è l’allenatore tedesco più vincente di tutti i tempi. Questa dimensione lo eleva già di per sé ad uno dei più grandi in assoluto. In Germania non c’è trofeo che questo tecnico non abbia vinto. In totale ne sono 25, di cui larga parte conquistati tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund. In entrambi i contesti alza la Champions League, divenendo uno dei pochi allenatori a farlo con 2 club diversi.

Valery Lobanovsky

Allenatore emblema del calcio sovietico vecchio stampo. Soprannominato il “colonnello” per il grado ottenuto in seno all’esercito sovietico e per la sua metodologia di lavoro improntata sulla fatica e sul sudore estremo. 

Guida l’Unione Sovietica in diverse manifestazioni internazionali, conducendola, nel contempo, a grandissimi traguardi. Secondo agli Europei Germania Ovest 1988 dietro soltanto alla grande Olanda di Van Basten. È la storia della Dinamo Kiev dove vince di tutto e di più. 

Giovanni Trapattoni

Il Trap è indubbiamente uno dei più titolati al mondo. Ancora oggi è l’allenatore che ha vinto più Scudetti alla Juve, ben 6. Una delle sue numerose squadre con cui risulta più vincente. Leggendario, inoltre, lo Scudetto dei record con l’Inter nel 1988, ottenuto con 58 punti totali sui 68 disponibili. 

La carriera si incentra molto tra le grandi del calcio italiano, tra cui anche il Milan, oltre che corazzate come Bayern Monaco e Benfica, seppur in momenti storici diversi. Da quando lascia la guida tecnica della Nazionale irlandese non allena più, ma in Italia ne restano pochi in grado di paragonarsi ad uno come lui.

Helenio Herrera

Un posto tra gli allenatori migliori di sempre non poteva che essere appannaggio di Helenio Herrera, allenatore argentino naturalizzato francese. Chiamato “Il mago” per le sue capacità tattiche, ha vinto tutto ciò che vi era da vincere con la sua Inter, di cui due Coppe dei Campioni consecutive.

E’ uno dei primi allenatori ad utilizzare la psicologia per motivare i suoi calciatori e a scaldare gli animi dei tifosi, che incitava ad essere il dodicesimo uomo in campo.

Dal punto di vista della gestione del gruppo è un grandissimo innovatore: infatti è il primo ad appendere cartelli motivazionali scritti di proprio pugno negli spogliatoi e nei luoghi più frequentati dai giocatori.

I tifosi dell’Inter sono tutti da sempre affezionati a questa figura, che negli anni ’60 ha a lungo battagliato con un altro grande allenatore nella Milano calcistica dell’epoca, che adesso andremo a vedere.

Nereo Rocco

Nereo Rocco è semplicemente una leggenda del calcio italiano e non solo. Chiamato “El paròn”, a detta di molti è lui a introdurre in Italia il concetto del Catenaccio, inventato dagli svizzeri negli anni ’30. Mitiche le battaglie con Helenio Herrera in una Milano mai così vincente nella storia del calcio.

In carriera ha vinto tutto, dagli scudetti alle Coppe Campioni con il suo Milan, ma ha allenato anche altre squadre come la Triestina che lo ha lanciato nel grande calcio (e peraltro segnano gli anni più belli della squadra nella sua storia calcistica), Torino, Fiorentina.

Celeberrima la sua risposta ad un augurio di un giornalista che esclama: Vinca il migliore…

a cui lui risponde: Ciò, sperèmo de no!

José Mourinho

Definito Special One, detentore dell’ultimo triplete conquistato da una squadra italiana, vale a dire l’Inter. In nerazzurro lo rimpiangono ancora a poco più di 10 anni di distanza da quella Champions League alzata nel cielo di Madrid ai danni del Bayern Monaco.

La favola della panchina inizia al Porto, la sua prima squadra. Prosegue tra Chelsea, Real Madrid, Manchester United, oltre che l’Inter. Proprio ad Old Trafford celebra il suo ultimo trofeo in ordine temporale: l’Europa League. Comunicatore eccellente e sofisticata vecchia volpe del campo. Adesso allena la Roma, divenendo l’unico allenatore al mondo ad aver vinto tutte le competizioni continentali disponibili (Champions, Europa League e Conference League).

Sir Alex Ferguson

Autentica leggenda vivente. Uno scozzese diventato grande in Inghilterra. Non un film, ma la realtà che supera la fantasia di un degno scrittore. Chi comincia la carriera di allenatore non può che avere come punto di riferimento Sir Alex. 

Il più vincente di tutti. Il Manchester United, da quando è andato via nel 2013, non si è più ripreso la testa del calcio inglese. 17 anni in un unico club. Motivo d’orgoglio e di vanto di per sé per uno squadrone prestigioso e autorevole nella storia del calcio. 48 trofei complessivi, considerando anche l’inizio di carriera in patria con l’Aberdeen, lo elevano a mito assoluto e statuario. Davanti a tutti per antonomasia e ne ha tutti i titoli.

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