Walter Zenga, biografia dell’Uomo Ragno nel post di Campioni Calcio
Il portiere è un ruolo delicato nel gioco del calcio. Un giocatore a cui si chiede, soprattutto nell’epoca moderna, una certa abilità tecnica non solo con le mani, ma anche con i piedi. Tra i portieri italiani più forti non possiamo non menzionare Walter Zenga. Un’autentica saracinesca, i cui ricordi più belli e, purtroppo per noi, anche a volte dolorosi di carriera, si legano in particolare all’Inter e alla Nazionale Italiana ad Italia ’90.
Tornando al ruolo del portiere, in passato questo si distingueva solo ed unicamente per le sue doti a mano aperta e non aveva bisogno di giocare necessariamente la palla con i piedi, salvo in rarissime occasioni. Sappiamo bene che nel gioco del calcio concepito oggigiorno il numero 1 partecipa attivamente all’azione da dietro e ne diviene perno fondamentale talvolta. L’Italia ha una grande tradizione tra i pali, avendo sfornato svariati talenti che hanno fatto anche le fortune della nostra Nazionale.
Walter Zenga non è stato uno dei portieri ad utilizzare anche i piedi per far ripartire il gioco della sua squadra ma allo stesso tempo aveva riflessi incredibili che gli hanno permesso di giocare nell’Inter e in Nazionale.
E’ stato ribattezzato dai tifosi “Uomo Ragno”. Scopriamo insieme nelle righe che seguono i principali step della carriera di Walter Zenga.
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Walter Zenga: gli inizi di carriera
Walter Zenga è figlio d’arte: il papà infatti è stato portiere del Napoli nella stagione 1945-46 e lo sprona a giocare al calcio. E’ a lui che si deve la passione di Walter per questo sport e per il ruolo di portiere.
Cresce nella squadra Pulcini dell’Inter, ma comincia la sua brillante carriera soltanto nelle fila della Salernitana a 18 anni. Gioca in prestito in Serie C1 prima di passare l’anno successivo al Savona e poi, ancora, alla Sambenedettese, squadra con cui ottiene la promozione dalla C alla B. Il rientro alla base nerazzurra avviene a partire dall’anno 1982.
Con la Sambenedettese in due anni gioca 70 gare prima di passare nuovamente in nerazzurro.
Walter Zenga all’Inter
Walter Zenga, dopo una serie di prestiti in giro per l’Italia, si prende ufficialmente la porta dell’Inter e non la mollerà più.
Saranno gli anni migliori della sua carriera quelli trascorsi dal 1982 al 1994. Il primo anno non gioca, ma comincia a farsi notare a partire dalla stagione 1983-84 dove gioca titolare.
Il suo esordio in serie A in una gara persa 2-1 dalla sua Inter contro la Sampdoria, che diventerà poi la sua seconda squadra italiana in serie A dal 1994 al 1996.
Durante i suoi 12 anni di nerazzurro gioca 473 gare che produrranno in totale 1 Scudetto, 1 Supercoppa italiana e 2 Coppe Uefa nel 1990 e nel 1994.
Quello Scudetto datato stagione 1988/1989 è ancora oggi celebrato come lo Scudetto dei record di Giovanni Trapattoni.
Durante la sua permanenza a Milano, Walter Zenga si distingue anche come tiratore di rigori, oltre che brillante paratore. Infatti nella partita di Coppa Italia del 1988 contro la Reggiana è suo il rigore decisivo segnato ai fini della qualificazione agli ottavi di finale.
L’ultima partita prima del passaggio alla Sampdoria coincide con la conquista della seconda Coppa Uefa personale vinta in finale contro il Salisburgo nel 1994.
Zenga alla Sampdoria
Dal 1994 in poi la carriera di Walter Zenga comincia a prendere una piega decisamente diversa. Verso il basso. L’annata alla Sampdoria si rivela essere fallimentare nei contenuti tecnici. Dopo la prima stagione da titolare, nella seconda accumula soltanto 7 presenze in totale, tanto è vero che l’anno successivo si svincola.
Saranno comunque 54 le gare giocate con la squadra blucerchiata.
Gli ultimi anni della carriera di Zenga
A 36 anni ottiene un ingaggio dal Padova in Serie B ma dopo soli sei mesi si trasferisce nel 1997 al New England Revolution, squadra della prima divisione americana.
L’ultimo atto prima dell’annuncio ufficiale che ne decreta il ritiro dal calcio, avvenuto nel 1998, quando appende gli scarpini al chiodo per iniziare la carriera di allenatore.
Zenga in Nazionale
Alla Nazionale Italiana sono legati i ricordi più o meno belli, talvolta traumatici, di Walter Zenga. Egli partecipa all’Europeo Under 21 del 1986, piazzandosi al secondo posto con quella selezione. Lo stesso anno disputa anche i Mondiali del 1986, seppur da comparsa, essendo ancora il terzo portiere nelle gerarchie di Bearzot.
Solo con l’arrivo del nuovo ct Azeglio Vicini l’Uomo Ragno conquista la leadership indiscussa tra i pali dell’Italia. Il Mondiale del 1990 in casa rappresenta l’occasione d’oro per imporsi e, infatti, lo fa fino ad un certo punto. Fino a quella maledetta partita di Napoli contro l’Argentina di Diego Armando Maradona, persa poi ai rigori. Ma probabilmente quella partita fu persa nel momento in cui sbagliò l’uscita e favorisce il pareggio di Caniggia nei tempi regolamentari.
In quella competizione riesce a mantenere il suo record di imbattibilità per 517 minuti consecutivi. Un record personale e di squadra che non basta, nonostante quella selezione non perse neanche una partita di quel Mondiale. Beffa su beffa. Il momento più bello della carriera di Zenga in Nazionale si combina paradossalmente ad uno dei ricordi più brutti in assoluto per tutta la Nazionale e i suoi tifosi.
Con l’arrivo di Arrigo Sacchi dal 1991 in poi non c’è più posto per Zenga, relegato progressivamente ai margini, tanto è vero che non verrà neanche convocato per i Mondiali del 1994. Un segnale inequivocabile di come “Hanno ucciso l’uomo ragno”, citando un famoso brano degli 883.
Zenga Allenatore
Una volta ritiratosi, Walter Zenga si dedica allo studio e all’apprendimento dei segreti da allenatore. La sua carriera in questa nuova veste lo porta a girare il mondo quasi ovunque. Le squadre che ha allenato dal 1998 in poi si sprecano.
Nell’ordine le citiamo: New York Revolution, Brera Calcio, National Bucarest, Steaua Bucarest, Stella Rossa, Gaziantespor, Al-Ain, Dinamo Bucarest, Catania, Palermo, Al-Nassr, Al-Jazira, Sampdoria, Al-Shaab, Wolverhampton, Crotone, Venezia, Cagliari in A nella stagione 2019-20.
Indubbiamente, i suoi ricordi più belli da allenatore sono sparsi soprattutto verso la Sicilia. A Catania, in particolar modo, lo ricordano con estremo piacere e trasporto negli anni d’oro del club, avendo portato la squadra a tastare con mano zone nobili di classifica, dove non era mai stata nella sua storia.
Il litigio Varriale-Zenga storia della tv
Proprio quando Walter Zenga era alla guida del Catania, nel novembre 2008, successe qualcosa che è considerato, a suo modo, nostalgia del calcio, soprattutto parlato. In diretta alla trasmissione TV Stadio Sprint, condotta dal giornalista Enrico Varriale, si scatena un battibecco dialettico con lo stesso conduttore partito da un’intervista negata dall’allenatore la settimana antecedente.
Ruggini che poi si sono protratte fino alla celebre esclamazione divenuta un cult di Zenga verso Varriale:
“Sto tremando dalla paura, che paura che mi fa Varriale”.
Conclusioni
Un momento dialettico che il mondo del calcio ha già dimenticato, ma gli appassionati di curiosità e retroscena calcistici al di fuori del campo assolutamente no. Ma, naturalmente, la carriera di Zenga, sia da allenatore che da giocatore, si lega a tutt’altro e ne abbiamo ampiamente parlato nei passaggi precedenti.
A livello individuale è stato eletto portiere dell’anno IFFHS per tre volte consecutive (dal 1989 al 1991), classificandosi terzo in altre due occasioni (nel 1987 e nel 1988); la stessa IFFHS lo ha collocato invece alla posizione numero 20ª nell’elenco dei più forti portieri del XX secolo.
Nel 1988 e nel 1990 si è classificato rispettivamente al 17º e al 12º nella corsa al Pallone d’oro.
Il suo sogno nel cassetto resta sempre allenare, un giorno, l’Inter. La sua squadra. Per ora resta lì, nel cassetto, ma potrebbe essere tirato fuori da un momento all’altro, se le congiunzioni astrali e calcistiche coincideranno tra loro.