Home Ruolo Centrocampista Sócrates, bio del centrocampista brasiliano della Fiorentina

Sócrates, bio del centrocampista brasiliano della Fiorentina

0
280
socrates fiorentina

Sócrates, bio del centrocampista brasiliano della Fiorentina, soprannominato “Il dottore”, nel post a cura di Campioni Calcio

Il calcio trova la sua perfetta sublimazione in Brasile. Almeno, così è stato fino al 2010 circa. Per decenni, quella terra è stata foriera di grandi giocolieri e artisti del pallone, dal tocco magico e dal talento smisurato. Uno di questi si chiama Sócrates.

Alle nuove generazioni potrebbe rievocare semplicemente l’assonanza con un noto filosofo del passato, ma Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, abbreviato in Sócrates, è stato uno dei più grandi centrocampisti offensivi, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Un giocatore che ha fatto innamorare una intera generazione e che, probabilmente, non ha mai avuto fino in fondo il successo che avrebbe meritato.

In questo nuovo post a cura di Campioni Calcio, vediamo insieme la storia del centrocampista brasiliano Sócrates. Bentornati sul nostro portale!

Sócrates al Botafogo

Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Sócrates nasce a Belém il 19 febbraio del 1954. 

Il padre Raimundo era un autodidatta e appassionato di lettura e filosofia. Da qui il suo soprannome. Il papà sa quanto è importante la cultura. E così lo manda a scuola e successivamente all’Università di São Paulo, permettendogli di laurearsi in medicina. Da qui il soprannome de “Il dottore”, sebbene non abbia mai esercitato la professione e preferito la carriera di calciatore.

Il giovane brasiliano inizia così a giocare a calcio. Lui è un centrocampista dal tocco raffinato e dalla spiccata propensione offensiva. La sua carriera su di un campo di calcio inizia ufficialmente nel Botafogo, una delle formazioni più importanti a livello nazionale.

È il 1972 e resterà lì per ben 5 stagioni, durante le quali affina in maniera costante e determinata le sue qualità da uomo del centrocampo particolarmente attivo e vibrante.

Mette insieme 157 presenze e 24 reti prima di trasferirsi al Corinthians.

Sócrates al Corinthians

Un piccolo grande fiore sta per sbocciare in quella generazione verdeoro, seppur non fiorente dopo l’era di Pelé.

Nel 1978 si trasferisce al Corinthians, dove diventa un vero e proprio leader e si prende la fascia da capitano. I 3 campionati paulisti messi in bacheca sono un segno di forza e di autorevolezza, emblematici a descriverne la statura.

A testimonianza di una certa attività e propensione politica di fondo che lo contraddistingue, aderisce pienamente al cosiddetto movimento della democrazia corinthiana. In pratica, incita i suoi compagni di squadra ad autogestirsi, senza dover necessariamente sottostare alla volontà dell’allenatore. Un’ideologia calcistica che fece scalpore all’epoca e colloca il calciatore in una posizione di centralità, non soltanto sul piano sportivo ma anche sociale. Una sorta di ribellione a un ordine già costituito, seguendo quella metafora che vede il calcio come lo specchio della società. 

Nel Corinthians gioca un totale di 297 presenze con 172 reti totali!

Sócrates alla Fiorentina

Nel 1984 è il momento di fare il grande salto in Serie A. All’epoca il campionato italiano era tra i più appetiti dalle grandi star, come Diego Armando Maradona e Zico, tanto per citare due nomi a caso.

La Fiorentina decide di fare questo grosso investimento e di prendersi tutto il pacchetto, giocatore e uomo. Le cose vanno nel verso opposto a come tutti, addetti ai lavori e tifosi, se l’erano immaginate.

Il centrocampista brasiliano, per un motivo o per un altro, delude tutte le speranze che si erano riversate sul suo conto. Appena una stagione giocata in viola con il misero bottino finale di 6 reti in 28 presenze. Un autentico flop. I numeri sono troppo distanti da quelli immaginati. Sembra un altro giocatore, quasi che non sia arrivato il vero asso brasiliano ammirato in Brasile. 

Eppure i segnali sembravano incoraggianti, con quel primo gol messo a segno alla quarta giornata durante un 5-0 all’Atalanta. Ma, evidentemente, si è mostrato solo un fuoco di paglia e nulla più.

Sócrates di nuovo in Brasile

Neanche il contratto in essere di due anni fa cambiare idea a Sócrates. La decisione è ormai presa: tornare in Brasile e respirare nuovamente l’aria di casa. Succede prima al Flamengo nel 1986, laddove si trattiene per le successive due stagioni. Il passaggio al Santos concretizzatosi nel 1988 è l’ultimo vagito di questo grande centrocampista dal fiuto del gol.

Complessivamente negli ultimi campionati brasiliani mette a segno poco più di 20 reti in 105 presenze. Una rete ogni cinque partite, grosso modo. Dopodiché scatta il ritiro dal calcio giocato che priva il Brasile di una delle sue punte di diamante dell’epoca.

Oppure no? Nel 2004, dal nulla, Sócrates appare nuovamente in campo alla sonora età di 50 anni per conto di una squadra di dilettanti inglese. Si chiama Garforth Town ed è già storia del calcio. 

Una comparsa improvvisa che rievoca i fasti di un tempo nei tifosi un po’ più datati. Lo stesso anno nel quale viene inserito ufficialmente dalla FIFA tra i 100 calciatori viventi più forti al mondo.

Sócrates in Nazionale

Con la maglia della Nazionale brasiliana il percorso di Sócrates ricalca, grossomodo, quanto fatto nelle squadre di club. In 60 presenze 22 realizzazioni per lui.

Partecipa ai Mondiali del 1982 da Capitano, segnando, peraltro, un gol all’Italia in quel 3-2 tristemente noto, per i verdeoro, per la tripletta di Paolo Rossi. Ai Mondiali del 1986 si conferma perno di quel centrocampo, ma si fermerà ai quarti di finale contro la Francia di Platini. Il vizio del gol non lo abbandona neanche in quel caso, pur sbagliando un rigore nella batteria finale ad oltranza.

Nelle edizioni Copa America del 1979 e del 1983 Socrates consegue rispettivamente terzo e secondo posto. Bacheca vuota per quanto riguarda la Nazionale, a conti fatti. 

socrates foto

La morte di Sócrates

Nel corso della sua vita il calciatore fa abuso di alcol, che ne provoca una cirrosi epatica, che sfocia in un’emorragia intestinale e in infezioni intestinali. Viene ricoverato più volte in ospedale nel 2011, fino alla morte, quest’ultima sopraggiunta il 4 dicembre dello stesso anno.