Sinisa Mihajlovic, bio del calciatore e allenatore serbo, nel post a cura di Campioni Calcio
Non è per niente facile lasciare andar via troppo presto certe icone del calcio. Non danno tanto solo al movimento nel suo complesso, ma restano scolpite nella memoria di tutti per la loro unicità. Sinisa Mihajlovic, tristemente scomparso il 16 dicembre 2022, ha riunito in sé carisma e carattere forte, proprie del leader. Forse anche per questo piaceva ai tifosi e agli addetti ai lavori. Un personaggio che è scomparso a soli 53 anni e la cui carriera indica uno spessore conquistato passo dopo passo nell’ambiente.
Vediamo in questo post a cura di Campioni Calcio la storia di Sinisa Mihajlovic, tra magie sul campo e la carriera di allenatore. Bentornati sul nostro portale!
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Sinisa Mihajlovic agli inizi
Sinisa Mihajlovic nasce a Vukovar il 20 febbraio del 1969 da madre croata e padre serbo, e cresce con la sua famiglia nella vicina Borovo, oggi Croazia. Il papà è un camionista, mentre la madre Viktorija lavora in un calzaturificio.
Sinisa approccia al mondo del calcio da centrocampista avanzato, con il sinistro magico. Prodezze affinate durante le prime esperienze in terra jugoslava tra Borovo, Vojvodina e Stella Rossa. Con quest’ultima aumenta l’allora ancora scarsa reputazione con la conquista della Coppa dei Campioni nella stagione 1990/91. Un primo marchio di fabbrica impresso al calcio internazionale.
Le sue punizioni fanno già paura all’epoca in patria, a tal punto da essere oggetto di ricerca di studi universitari. Alcuni ricercatori scoprirono, in questo senso, che il suo tiro micidiale poteva raggiungere la velocità di circa 160 km/h.
Notizie che non tardano ad arrivare al di fuori del territorio per espandersi in Italia, precisamente nella Capitale. Sarà Roma una delle città più care a Sinisa nel corso degli anni. La sponda giallorossa lo attende al varco.
Sinisa Mihajlovic alla Roma
La Roma acquista Sinisa Mihajlovic nel 1992 per la cifra di 8 miliardi di lire. In due stagioni in giallorosso colleziona 54 presenze e 1 solo gol segnato in campionato, che non rendono ancora il merito ad un rinomato interprete balistico. Forse non pronto per grandi palcoscenici, ma tutto da plasmare. E, infatti, la consacrazione vera e propria giunge più avanti.
Sinisa Mihajlovic alla Sampdoria
Il trasferimento alla Sampdoria concretizzatosi nel 1994 in prestito (poi riscattato) determina una metamorfosi in atto nel giocatore. Da semplice comprimario diventa uno dei leader indiscussi della squadra blucerchiata.
I gol su calcio di punizione aumentano a dismisura e lo elevano ad uno dei più prolifici specialisti in questo fondamentale della Serie A. Con i doriani ha in squadra tantissimi campioni come Mancini, Veron, Montella, con i quali raggiunge anche la qualificazione UEFA, e partecipa alla Coppa delle Coppe.
Per lui sono 128 gare con 15 reti messe a segno. Per lui nel 1998 si aprono le porte di Roma, sponda biancoceleste.
Sinisa Mihajlovic alla Lazio
Dopo le 4 stagioni alla Sampdoria, che gli sono servite per farsi le ossa e guadagnarsi il rispetto calcistico nel territorio italiano, Sinisa Mihajlovic decide di puntare sull’altra sponda della Capitale. Stavolta sono i biancocelesti della Lazio a poter usufruire delle sue prestazioni sul campo.
È il 1998 quando l’allenatore Sven Goran Eriksson gli affida le chiavi della difesa. Alza al cielo la Coppa delle Coppe, la prima dell’era laziale, mentre nel 1999 segna il primo gol nella storia del club in Champions League, neanche a dirlo su punizione.
Il 13 dicembre del 1998, facendo un piccolo passo indietro, resta una data memorabile a livello personale. Riesce nell’impresa di segnare per tre volte su punizione nella stessa partita. Era un Lazio-Sampdoria di campionato, finito 5-2. Un record che ancora oggi, inevitabilmente, resiste a quel tempo.
Il carattere del giocatore non spicca certamente per docilità. Tutt’altro. Lo testimoniano le 8 giornate di squalifica rimediate in Champions League dopo lo sputo in faccia al giocatore del Chelsea Adrian Mutu, in un match datato 2003.
Una macchia racchiusa in 6 stagioni sostanzialmente trionfanti in maglia biancoceleste, che includono complessivamente 1 Scudetto, 2 Supercoppe italiane, 1 Supercoppa europea, 1 Coppa delle Coppe e 2 Coppe Italia, condite da 193 presenze e 33 gol all’attivo.
Sinisa Mihajlovic all’Inter
Dal 2004 al 2006 Sinisa Mihajlovic gioca per l’Inter. Stabilisce il record di essere il calciatore più vecchio ad aver mai segnato in Serie A. Corre l’anno 2006 e si gioca un Ascoli-Inter, finito 1-2. Sinisa mette a segno un gol storico all’età di 37 anni e 47 giorni. Porta a casa altre 2 Coppe italia e 1 Scudetto, quello famoso “regalato” a tavolino dalla Juve per tutto ciò che ne consegue da Calciopoli.
Per lui in maglia interista gioca altre 43 gare con 6 reti messe a segno.
Sinisa Mihajlovic in Nazionale
Sinisa Mihajlovic indossa la casacca della Nazionale jugoslava sia ai Mondiali del ’98 che agli Europei del 2000, dimostrando un senso del patriottismo tipico della sua terra.
In totale gioca 63 partite, segnando ben 9 gol. Un numero non propriamente esiguo per un difensore. Da segnalare la potente punizione contro l’Iran in una partita dei Mondiali di Francia ’98, considerato ancora oggi una delle segnature più belle di quella competizione.
Sinisa Mihajlovic allenatore
La carriera di Mihajlovic allenatore è ricca e vivace.
Inizia tutto nel luglio 2006 quando viene chiamato dall’Inter a svolgere il ruolo di secondo al fianco di Roberto Mancini. I due ex Samp, insieme, collezionano la bellezza di 2 Scudetti e 1 Supercoppa italiana fino alla stagione 2007/2008. Con l’addio del Mancio lascia anche lui e si dirige in direzione Bologna.
Nel novembre 2008 subentra in corso d’opera a Daniele Arrigoni. La sua prima avventura bolognese dura solo pochi mesi, anche se basteranno per condurre la squadra verso la salvezza in Serie A.
Nel 2009 prende le redini della panchina del Catania. Costruisce un ciclo storico che porta gli etnei in zone di metà classifica mai raggiunte nella massima serie. I successi di alta fattura contro Inter e Juve nell’arco dello stesso campionato ne nobilitano la permanenza.
I 45 punti del Catania a fine stagione costituiscono il record di punti mai stabilito in campionato per quella formazione. Nel giugno 2010 Mihajlovic tenta l’esperienza alla Fiorentina, dove vive un’annata tutto sommato tranquilla, con le sfaccettature del personaggio mai da trascurare.
Nel maggio 2012 giunge la chiamata alle armi della sua Nazionale, la Serbia. Siede su quella panchina, ma non riesce nell’obiettivo prestabilito di qualificarsi ai Mondiali del 2014.
Nel novembre 2013 la Samp lo annuncia come nuovo allenatore. Al primo anno totalizza 45 punti totali che valgono un onesto 12simo posto. La stagione successiva migliore lo score precedente, attraverso un 7° posto che sa quasi d’Europa.
Nel 2015 passa al Milan dove si distingue per essere ufficialmente il trampolino di lancio utilizzato da Gigio Donnarumma, all’epoca dell’esordio 16enne. Va in finale di Coppa Italia, ma non riuscirà a giocarla perché sostituito nelle ultime battute stagionali da Cristian Brocchi.
Sostituisce Gianpiero Ventura al Torino nel 2016, incarnando perfettamente lo stile Toro. Vanta il record di punti della presidenza Cairo, in riferimento ad un girone d’andata.
Allo Sporting Lisbona, nel giugno 2018, ma dura soltanto 9 giorni dopo i quali viene letteralmente cacciato dalla presidenza portoghese. Tutto ciò a testimonianza di un legame indissolubile con l’Italia che lo porta a sedere nuovamente sulla panchina del Bologna il 28 gennaio 2019 di lì in avanti prima del triste epilogo.

Sinisa Mihajlovic colpito da leucemia
Il 13 luglio 2019 arriva l’annuncio, lanciato da lui stesso, che nessuno avrebbe voluto ascoltare: il mister è affetto da leucemia. In ogni caso, però, il Bologna decide di confermarlo e i felsinei arrivano 12esimi. Stessa posizione nella stagione 2020-21. Nella stagione seguente, prime avvisaglie che qualcosa non va: il 26 marzo 2022 indice una conferenza stampa in cui afferma che dovrà operarsi per curarsi nuovamente. Arriva, comunque, tredicesimo ma il 6 settembre 2022 viene esonerato dopo un avvio complicato.
Se ne andrà nel dicembre dello stesso anno. Ma nonostante questo ci ha insegnato tanto: combattere senza mai mollare fino alla fine, anche di fronte ad un male come questo, è uno dei principali insegnamenti da cui possiamo trarre ispirazione.