Silvio Piola, biografia dell’attaccante che ha segnato più gol nella storia della serie A, nel post a cura di Campioni Calcio
Il calcio nasce come sport di aggregazione. 11 contro 11 pronti a competere sul campo per prevalere l’uno sull’altro. Stadi pieni e tifoserie rumorose per incitare i propri beniamini verso la vittoria finale. Uno di quelli che, di certo, contribuivano in maniera preponderante ad esaltare le folle era sicuramente Silvio Piola. Un autentico monumento in bianco e nero del calcio italiano destinato a fare da apripista per i futuri cannonieri della serie A.
Le nuove generazioni non avranno ben chiaro di chi si sta parlando, ma la sua leggenda precede la sua fama. Uno degli attaccanti più forti nella storia del calcio italiano, non solo per le cifre, ma per tanto altro. Sono 290 reti in Serie A che non si segnano per caso. Attualmente è il miglior cannoniere di sempre nel massimo campionato italiano e il suo record è ben lungi dall’essere battuto.
Vediamo in questo post la storia di Silvio Piola, per il nostro consueto spazio dedicato alle biografie degli attaccanti più forti di sempre. Bentornati su Campioni Calcio!
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Silvio Piola alla Pro Vercelli
Silvio Gioacchino Italo Piola nasce a Robbio, provincia di Pavia, il 29 settembre del 1913 da Giuseppe Piola ed Emilia Cavanna, sorella del portiere Giuseppe Cavanna, campione del mondo con l’Italia. Famiglia di calciatori per lui. E la passione per il calcio porta Silvio Piola ad intraprendere il medesimo cammino.
La carriera di Silvio Piola inizia così in una squadra piemontese, la Pro Vercelli. Corre l’anno 1930. A quei tempi era una delle squadre d’élite del campionato. A 16 anni fa già parte del gruppo dei grandi.
Debutta in Serie A il 16 febbraio del 1930 con tanto di assist decisivo fornito per il gol di un suo compagno di squadra. Non mostra, dunque, affatto timori reverenziali, nonostante la giovanissima età. La personalità non gli manca di certo.
Dopo una prima parte di apprendistato giunge il momento di conquistarsi la titolarità alla prima vera stagione. Primo gol ufficiale segnato alla Lazio, che sarà una delle sue squadre in carriera.
Nel suo primo anno sigla 13 gol che consentono di dare alla Pro Vercelli un decimo posto finale tutto sommato dignitoso, considerando la difficile situazione societaria.
Subisce un brutto infortunio l’anno successivo, ma ciò non lo destabilizza in alcun modo. Segna 4 reti in un’unica partita durante un famoso derby Alessandria-Pro Vercelli, finito 4-5.
In totale mette a segno 51 segnature in 127 gare disputate con la squadra piemontese.
Il bilancio piange sempre più e così la sua squadra è costretta a cederlo. Usufruisce delle prestazioni da bomber la Lazio.
Silvio Piola alla Lazio
In maglia biancoceleste Silvio Piola si prende definitivamente la ribalta. Le iniziali perplessità vengono subito scacciate via dalle prestazioni in campo. Il rendimento non è dei migliori, ma il secondo posto alle spalle del Bologna nella stagione 1936/37 riaccende gli entusiasmi sopiti dei supporter laziali.
Vince per la prima volta in carriera la classifica cannonieri della Serie A. Conduce i biancocelesti alla finale della Coppa dell’Europa, persa per un soffio contro gli ungheresi del Ferencvaros.
L’arretramento da centravanti a mezzala segna un cambiamento radicale in negativo per Piola. Non sembra più lui e le sue prestazioni ne risentono. Tuttavia, agguanta per la seconda volta la classifica cannonieri.
L’ultima stagione segna quasi un gol a partita (21 reti in 22 gare disputate nell’annata 1942-43) e chiude la sua esperienza laziale dopo 9 anni e 159 gol totali in 243 gare disputate.
Silvio Piola al Torino FIAT e alla Juventus
Durante la stagione 1943-44 si aggrega per il campionato del Nord Italia con il Torino FIAT, squadra piemontese che vanta in squadra calciatori del calibro di Gabetto, Loik e Mazzola. Un attacco stratosferico che però non basta per vincere il titolo, che va allo Spezia. Per Piola 23 gare con 27 reti messe a segno. Una media straordinaria!
Ma Piola dura poco con il Torino FIAT e passa dall’altra parte della barricata dopo la guerra. Ad attenderlo la Juventus con la quale non riuscirà però a vincere il campionato. Uno dei più grandi rammarichi nel personale percorso calcistico.
Con i bianconeri 57 partite con 26 reti messe a segno.
Silvio Piola al Novara
Dal 1947 in poi appare pressoché inesorabile il declino di un campione. Ma non del tutto. Finisce a giocare con il Novara in Serie B. Un piccolo raggio di luce risplende ancora. Vibra. A 37 anni diventa il calciatore più anziano a segnare una tripletta in una singola partita, tra l’altro alla Lazio.
Supera il mitico Giuseppe Meazza nella graduatoria dei marcatori in Serie A, riferendosi al campionato unico. L’ultima rete in assoluto la mette a segno il 7 febbraio del 1954 durante un Novara-Milan. A 40 anni è ancora il calciatore più anziano a segnare un gol. Per 21 anni disputa il campionato di Serie A, record eguagliato da colleghi illustri come Albertosi, Rivera e Ferrara.
L’ultimo match di una gloriosa carriera lo si riconduce ad un Novara-Atalanta del marzo ’54.
Con il Novara gioca un totale di 185 partite con 86 reti messe a segno.
Il più grande rammarico di sempre di Piola? Non aver mai vinto uno Scudetto. Una macchia indelebile, ma che non scalfisce il mito e l’aura di grandiosità che avvolge questo grandissimo attaccante azzurro.
Silvio Piola in Nazionale
Proprio con la Nazionale Italiana Silvio Piola ha scritto pagine memorabili e ancora oggi viene celebrato e ricordato come un nome storico e immortale. Ai vittoriosi mondiali del 1934 il ct Vittorio Pozzo decide di non convocarlo. Tra i due non nasce subito quella scintilla che ci si aspetta.
Debutta in Nazionale a 22 anni e da quel momento l’Italia capisce di aver bisogno di lui, delle qualità da grande bomber. Ai mondiali del 1938 la banda azzurra si presenta con un’accoppiata di elevato spessore: Meazza-Piola. Quest’ultimo ruba la scena con i 5 gol complessivi e decisivi nell’intera manifestazione. Segno indelebile e tangibile che ormai il marchio di fabbrica era impresso non soltanto a livello italiano, ma anche internazionale. Le due reti che stendono l’Ungheria in finale consentono alla Nazionale di calare il bis mondiale. La mano de dios c’era già stata qualche anno prima. Merito proprio di Piola che si inventa un gol decisivo con la mano in un match contro l’Inghilterra. Sempre loro.
Dopo quel mondiale cambia ruolo: da centravanti passa a interno destro di centrocampo.
34 gare complessive in azzurro con 30 reti messe a segno. Le gare 9, giocate con la fascia da capitano.
Silvio Piola allenatore
Da allenatore Silvio Piola assume le redini della Nazionale nel 1953, quando svolge ancora il ruolo di calciatore ufficialmente. Fu lui a guidare gli azzurri ai mondiali del 1954, tutt’altro che memorabili in termini di risultati.
In Serie B guida il Cagliari nella stagione 1954/1956. Non va oltre una salvezza e un quinto posto. Esperienze fallimentari che lo inducono a cambiare orientamento. Entra a far parte quindi della Figc come osservatore e istruttore di corsi per allenatori.
Se contiamo tutte le competizioni alle quali ha partecipato, in totale Piola vanta 380 reti in 675 partite. La media è di circa 0.5 gol a partita.
Lascia questo mondo il 4 ottobre del 1996, oltre a lasciare un marchio indelebile nel firmamento del calcio italiano. Tra le stelle più lucenti.