Ronaldo “Il Fenomeno”: biografia dell’asso brasiliano nel post di Campioni Calcio
Bentrovati su Campioni Calcio, il sito dedicato ai calciatori più forti di tutti i tempi. Il post di oggi lo vogliamo dedicare a colui che secondo noi può annoverarsi come il più grande calciatore degli anni ’90: Ronaldo Il Fenomeno, che nei suoi anni tra PSV, Barcellona e Inter ha fatto intravedere probabilmente doti da miglior calciatore di tutti i tempi, forse al pari di Maradona e Pelè, ma che non è riuscito, per problemi di natura fisica e anche caratteriale e personale, a mantenere le attese. Ma per alcuni anni ha fatto vedere cose incredibili, che rimarranno nella storia del calcio.
Ronaldo ha fatto innamorare una generazione di appassionati di calcio e in questo post ripercorriamo la sua carriera agonistica.
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Ronaldo detto il Fenomeno
C’è sempre una netta contrapposizione tra il calcio di oggi e il calcio di una volta. I dibattiti si sprecano su questo fronte tra coloro che negano la consistenza e la difficoltà reale del calcio moderno e chi, invece, la rivendica a vantaggio dei giocatori di oggi, semplicemente perché più forti e più dotati, anche muscolarmente.
Fatto sta che negli anni ’90/inizio anni 2000 si sono generati indubbiamente numerosi grandi giocatori a livello internazionale, quelli che, probabilmente, scarseggiano nell’epoca di oggi. Naturalmente ci riconduciamo all’olimpo del calcio, a coloro che con le giocate e le serpentine più disparate hanno ravvivato questo gioco e reso ancora più bello e affascinante agli occhi degli appassionati.
Luiz Nazario De Lima detto Ronaldo è un nome brasiliano che dice tanto da questo punto di vista. Il Fenomeno. Se lo ricorderanno bene i tifosi dell’Inter e, in parte, del Milan, ma in generale un po’ tutti i veri appassionati, considerando ciò che ha dato al calcio globale in un’epoca, peraltro, in cui la concorrenza era abbastanza serrata.
Di lui disse una volta Fabio Cannavaro:
«Per la mia generazione è stato quello che Maradona o Pelé erano per le precedenti. Era immarcabile. Al primo controllo ti superava, al secondo ti bruciava, al terzo ti umiliava. Sembrava un extraterrestre.»
Ronaldo al Cruzeiro
Terzo figlio di Nélio Nazário de Lima e Sônia dos Santos Barata, Ronaldo Luís Nazário de Lima nasce a Rio De Janeiro il 18 settembre del 1976 nel quartiere di Bento Ribeiro. I suoi genitori lo chiamano “Ronaldo” in onore del medico Ronaldo Valente, che fece nascere il bambino.
Dotato fin dalla tenera età, Ronaldo inizia la sua carriera nel Flamengo, ma ad un certo punto intraprende la strada del futsal (calcio a 5) ed è ingaggiato dal São Cristóvão, squadra dell’omonimo quartiere di Rio de Janeiro, dove si fa subito notare nelle giovanili, esordendo con una tripletta contro il Tomazinho e segnando in tre stagioni 44 gol in 73 incontri. Ma su indicazione di Jairzinho, ex grande calciatore (ha vinto il mondiale con Pelè) viene ingaggiato dal Cruzeiro.
Quindi ufficialmente, la carriera di Ronaldo comincia nel club brasiliano nel lontano 1993, dove mette subito in mostra le sue spropositate qualità. Consegue una media realizzativa di 1 gol a partita e diventa il miglior marcatore assoluto della sua squadra.
In patria realizza 5 reti in una sola partita che gli valsero il record personale di gol segnati in un solo match di campionato. Vince la Coppa del Brasile e l’anno successivo anche il titolo di capocannoniere della Supercoppa Sudamericana e del campionato Mineiro.
Storico il suo gol contro il Boca Jrs in Coppa Libertadores, in una gara di cui Ronaldo è protagonista indiscusso: prende palla dal centrocampo, scarta tutti gli avversari, il portiere e va a segno.
Vi riproponiamo le principali azioni di quel match che ha segnato per sempre la carriera di Ronaldo Il Fenomeno.
Questo attira l’attenzione dei club europei e il PSV è il più lesto di tutti e lo acquista per 6 milioni di dollari.
Ronaldo al PSV
Naturalmente, gli osservatori di tutto il mondo piombano feroci su di lui per poterlo acquistare, prima di tutti ci arriva il PSV Eindhoven, come detto, per 6 milioni di dollari.
Di fatto, l’ingaggio olandese segue alla conquista del Mondiale 1994 da parte del Brasile, anche se lui, di fatto, non disputa neanche un minuto di una partita di quel famoso Mondiale perso in finale dall’Italia ai rigori.
Alla sua prima stagione Ronaldo conquista il titolo di capocannoniere del campionato olandese. Si capisce subito che avrebbe fatto sfracelli, calcisticamente parlando, anche in Europa. Purtroppo, però, la seconda annata olandese è costernata dal primo infortunio serio della sua carriera. Una costante che lo limita non poco anche negli anni successivi. Lo stop al ginocchio, nello specifico, gli fa saltare larga parte della stagione ma non gli impedisce di andare comunque in doppia cifra in termini realizzativi.
Il suo primo trofeo vinto in Europa è la Coppa d’Olanda, accompagnata da 3 campionati olandesi e varie coppe nazionali e internazionali.
In totale per lui 54 reti in 57 partite disputate.
Per questo ed altro attira inevitabilmente le attenzioni di altre grandissime squadre che lo porteranno via da Eindhoven: stiamo parlando del Barcellona.
Ronaldo al Barcellona
Il Barcellona lo acquista dal Psv per 20 milioni di dollari. Qui comincia a venir fuori in maniera ancora più eclatante la classe del Fenomeno. Una sola stagione con i blaugrana e 34 gol in 37 partite di campionato gli valgono il primato, sia come capocannoniere che in termini di Scarpa d’Oro.

La Coppa delle Coppe è sua nella stagione 1996/97 (suo il rigore decisivo nella finale contro il PSG), oltre alla Coppa del Re.
L’anno successivo Ronaldo approda nel campionato italiano all’Inter.
All’epoca risulta essere l’acquisto più costoso nella storia del calcio. Barcellona e Inter chiudono infatti la trattativa per 48 miliardi di lire + 3 di indennizzo.
Una cifra monstre per quel calciomercato: Il Fenomeno arriva all’Inter di Moratti, che si prepara ad una stagione da protagonista in campionato.
Ronaldo all’Inter
Ronaldo alla sua prima stagione italiana è letteralmente immarcabile.
La stagione 1997-98 doveva essere quella propizia per l’Inter per vincere nuovamente lo scudetto dopo quasi dieci anni di assenza. L’inizio è promettente, e Ronaldo trascina i suoi con giocate funamboliche, e gare quasi decise da solo. E’ un’Inter che si poggia quasi completamente su di lui, non gioca granché bene ma grazie a Ronaldo rimane in testa quasi fino alla fine.
Vince il campionato d’inverno e batte la Juventus nello scontro diretto dell’andata. Ma quello scudetto non arriva mai, complice la partita che forse rimarrà per sempre nella storia del calcio, ma sicuramente non in termini positivi. Quel Juventus-Inter 1-0 con rigore negato a Ronaldo su contatto con Juliano e susseguente rigore alla Juventus nella stessa azione accende polemiche mai sopite sull’arbitraggio nei confronti della Vecchia Signora.
A distanza di 23 anni quell’episodio a volte è ancora ricordato e accende gli animi dei tifosi di opposte fazioni, e non sarà certo l’unico ricordo negativo di Ronaldo con la maglia dell’Inter legato alla Juventus (vedi 5 maggio 2002).
L’unico trofeo vinto in nerazzurro è riconducibile alla Coppa Uefa contro la Lazio e che gli permette di mettere in mostra tutta la sua classe con il terzo gol ai biancocelesti.
Nella stessa stagione vince il Pallone d’Oro.
La stessa Lazio poi però mette fine alla cavalcata Scudetto anche nel celebre e tristemente noto, per i tifosi nerazzurri, 5 maggio 2002, in un Lazio-Inter 4-2 che consegna lo scudetto di nuovo alla Juventus. Le lacrime di Ronaldo seduto in panchina nel finale sono la fotografia più emblematica e limpida della disfatta di quella stagione.
Il periodo all’Inter, glorioso per tanti motivi, lo si ricorda anche per motivi più traumatici, letteralmente parlando, come il doppio infortunio al tendine del ginocchio destro che scalfisce non poco le sue certezze e lo induce a interrogarsi seriamente sulla sua reale tenuta fisica.

Togliendo la stagione 1997-98, Ronaldo all’Inter gioca poco e niente e al termine della stagione 2001-2002 decide di lasciare i nerazzurri e tornare in Spagna, spezzando il cuore di Moratti, da sempre suo ammiratore.
Con i nerazzurri disputa in totale 68 partite con 49 gol segnati in campionato e in totale 99 gare e 59 gol segnati.
Ronaldo al Real Madrid
Ronaldo risorge prepotentemente al Real Madrid dopo un periodo di appannamento mentale e fisico, dovuto, tra le altre cose, anche allo scontro tecnico con l’allenatore dell’Inter dell’epoca, Hector Cuper.
E’ il Real Madrid dei cosiddetti Galacticos, in rampa di lancio soprattutto a livello nazionale. In campo europeo le cose vanno decisamente male e del Ronaldo madridista ci si ricorda solamente per una tripletta al Manchester United di alta fattura in Champions League.
Al primo anno di permanenza, nonostante tutto, allarga subito la sua bacheca personale con la Coppa Intercontinentale. Ma il trofeo più prestigioso resta indubbiamente il secondo Pallone d’Oro della carriera.
In 5 anni complessivamente porta a casa 1 Liga e 1 Supercoppa spagnola (vincendo anche il pichichi, il titolo di miglior cannoniere della Liga nel 2003-04), giocando 177 partite e segnando 104 gol.
Ronaldo al Milan
In fase chiaramente discendente, Ronaldo il Fenomeno decide di intraprendere un’esperienza di un anno al Milan. Appare in una forma fisica decisamente poco invidiabile, ma ciò nonostante le sue prestazioni non ne risentono, anzi.
I tifosi rossoneri lo ricordano con altrettanto piacere come i loro cugini proprio per un gol di grande abilità tecnica messo a segno proprio durante un derby, anche se non basta nell’occasione ai fini del risultato finale.
Con il Milan gioca in totale 20 gare e mette a segno 9 gol ma la stagione 2007-08 è per lui l’ultima in Italia.
A giugno torna in patria: lo prende il Corinthians a parametro 0.
Ronaldo al Corinthians
Il finale di carriera è tutto al Corinthians, prima di ritirarsi nel 2011. Non prima, però, di aver vinto un’altra Coppa di Brasile nel 2009, che festeggia con l’ex presidente Lula.
Gioca con i brasiliani comunque altre tre stagioni, disputando 69 partite e siglando 35 gol.
In totale gioca nelle squadre di club 518 partite siglando 352 gol, a cui si aggiungono le presenze e i gol in nazionale, che adesso vi raccontiamo.
Ronaldo Il Fenomeno nel Brasile
Nella Nazionale brasiliana Ronaldo ha avuto modo di imporsi al pari di altri grandi giocatori con cui ha giocato e si è confrontato. Se consideriamo che ha collezionato 2 Mondiali, 2 Coppe America e 1 Confederations Cup, il bottino non è poi da considerarsi così magro, anzi.
Per diverso tempo è stato miglior marcatore dei Mondiali in assoluto con i suoi 15 gol sparsi per varie edizioni. Record eguagliato e superato soltanto dal tedesco Miroslav Klose.
Insieme a Zidane è il giocatore che ha vinto più volte il FIFA World Player of the Year: ben 3 volte. 13simo nella lista dei 100 migliori giocatori del secolo scorso.
Con la nazionale brasiliana ha deciso la finale contro la Germania nel 2002, ma ancora oggi resta un mistero la finale del mondiale francese del 1998, che segna forse l’inizio dei suoi guai fisici, con quel malore improvviso che non gli consente di giocare al meglio quella finale, persa 3-0 dal suo Brasile contro la Francia di Zidane.
La sua ultima gara ufficiale in nazionale è proprio contro i francesi nei quarti di finale di Germania 2006, persa 0-1 dalla sua nazionale.
Con i carioca comunque gioca un totale di 98 presenze con 62 gol siglati.
Ronaldo presidente del Valladolid
Dopo aver partecipato come ambasciatore delle Nazioni Unite per raccogliere fondi contro la povertà, Ronaldo è divenuto dapprima azionista di una squadra di calcio americana (I Fort Lauderdale Strikers), mentre nel 2018 acquista la maggioranza del club spagnolo Valladolid, divenendone il presidente.
Ronaldo testimonial sportivo
Ronaldo è stato uno dei massimi protagonisti negli anni ’90 del marketing sportivo: prima della Nike, che gli fa firmare un contratto multi-milionario, che prevedono di sponsorizzare scarpe, maglie, e via discorrendo. Tutto di Ronaldo è brandizzato Nike. Poi negli anni dell’Inter diviene testimonial Pirelli, tanto da sostituire nella cartellonistica il Cristo Re di Rio in un’iconica pubblicità.
Indimenticabile poi lo spot Nike che vede protagonista la nazionale brasiliana nel 1998 e soprattutto Ronaldo, che vi riproponiamo qui di seguito:
Conclusioni
L’incantatore di folle: questo era Ronaldo. Lo è ancora perché l’immagine del fenomeno, quello vero, che compie doppi passi a volontà e supera uno ad uno gli avversari come birilli non si cancella. Questo almeno vale per gli amanti del calcio vero e dai tratti nostalgici. Un dribbling come il suo non è riscontrabile in altri tipi di giocatori, neanche di oggi. Immarcabile, per tanti versi. Quello che forse non tornerà più.
Ronaldo non è Cristiano. È molto di più. Molto più di un semplice attaccante e/o centravanti dentro e fuori l’area di rigore. Non da meno rispetto a calciatori moderni con cui, molto probabilmente, potrebbe confrontarsi senza problemi. A tratti anche strapazzarli.
Il nostro post dedicato a Ronaldo Il Fenomeno, termina qui. Alla prossima con i post a cura Campioni Calcio!
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