Dino Zoff: la biografia del miglior portiere italiano di sempre nel post di Campioni Calcio
Il ruolo del portiere ha un’importanza spesso sottovalutata, ma di fatto decisiva ai fini del rendimento di una squadra. Un ruolo delicato che richiede non soltanto abilità tecniche, ma anche e soprattutto mentali. Nel calcio, così come nella vita, esistono muri invalicabili. Nella fattispecie uno di questi si chiama Dino Zoff. Parliamo di un autentico mito italiano, tra i più grandi portieri in assoluto, se non il più forte. Questione di opinioni e punti di vista.
La biografia di Dino Zoff esprime a pieno un’affidabilità e sicurezza tra i pali conclamata. La carriera parla per lui. Un leader silenzioso capace di guidare dalla porta tutte le squadre di club in cui ha giocato, oltre che la Nazionale italiana dove ha brillato in maniera particolare la sua stella.
Vediamo la storia di uno dei portieri italiani più forti di sempre nelle righe che seguono.
Indice dei contenuti
- 1 Dino Zoff debutta all’Udinese, poi la consacrazione al Mantova
- 2 Zoff a Napoli diviene mister 130 milioni
- 3 Gli anni d’oro alla Juve
- 4 Il Pallone d’Oro sfuggito per un soffio
- 5 Dino Zoff in nazionale: dagli esordi al Mundial 1982
- 6 Dino Zoff allenatore e dirigente
- 7 La ricetta delle uova di nonna Zoff
- 8 Berlusconi vs Zoff
- 9 Conclusioni
Dino Zoff debutta all’Udinese, poi la consacrazione al Mantova
L’esordio del “piccolo” Dino Zoff avviene con la maglia dell’Udinese contro la Fiorentina nel 1961 all’età di 19 anni. Incassa 5 gol alla sua prima partita. Non proprio un bellissimo biglietto da visita. Furono difficili e impegnativi i suoi primi anni da professionista in Serie A. Quell’anno il club friulano infatti retrocesse in Serie B e il portierino non sembrava in grande spolvero.
Dal 1963 al 1967 si stabilisce al Mantova, dove cominciano a venire fuori tutte le sue qualità tecniche e di leadership. 131 presenze in totale e 111 gol subiti in 4 anni, culminati con la promozione dalla Serie B alla Serie A.
Dino Zoff è uno dei portieri italiani più corteggiati.
Zoff a Napoli diviene mister 130 milioni
Il passaggio al Napoli lo consacra definitivamente al grande calcio. Qui agguanta un record di tutto prestigio disputando in maglia azzurra: 143 partite consecutive in 5 anni di permanenza senza mai saltare una partita.
Nella stagione 1970-71 mantiene la porta inviolata per le prime 6 giornate di campionato e, dulcis in fundo, concede solo 18 gol agli avversari in 30 partite disputate.
Questo attira le attenzioni della Juventus, che lo acquista dando in cambio Carmignani e soldi al Napoli.
Gli anni d’oro alla Juve
Il momento di massimo splendore calcistico arriva in concomitanza con l’esperienza juventina, durata dal 1972 al 1983, anno del ritiro dal calcio giocato.
Zoff ha vinto tanto alla Juve, sia come giocatore che come allenatore. In bacheca ci sono finiti 6 campionati, 2 Coppe Italia e 1 Coppa Uefa.
Proprio con questa maglia si distinse per il raggiungimento di un record personale, rimasto a lungo inviolato. Nella fattispecie riuscì a mantenere la sua porta inviolata per tante partite di Serie A, complessivamente 903 minuti di gioco. Un primato d’imbattibilità successivamente battuto solo da colleghi illustri come Sebastiano Rossi (929 minuti di imbattibilità) e Gigi Buffon (974 minuti).
Il Pallone d’Oro sfuggito per un soffio
Nel 1973 il rimpianto più grande nella vita professionale di Dino Zoff: sfiora infatti la conquista del Pallone d’Oro. E lo avrebbe anche vinto se non ci fosse stato un fenomeno più grande davanti a lui chiamato Johan Cruijff.
La rivista World Soccer lo ha inserito comunque al 47° posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo.
Altri riconoscimenti per lui arrivano nel 2004, quando è stato incluso nel FIFA 100, oltre che fra le Leggende del calcio del Golden Foot.
Nello stesso anno, in occasione dei UEFA Jubilee Awards, la FIGC lo nomina miglior giocatore italiano del cinquantennio precedente.
Ancora abbiamo una menzione speciale nella Hall of Fame del calcio italiano e nella Walk of Fame dello sport italiano tra le Leggende, rispettivamente nel 2012 e nel 2015.
Dino Zoff è riconosciuto come il miglior portiere italiano di tutti i tempi, insieme a Gigi Buffon.
Dino Zoff in nazionale: dagli esordi al Mundial 1982
All’Italia sono legati i ricordi più belli della carriera di Dino Zoff. Belli non soltanto per lui, ma anche per i tifosi della Nazionale. Insieme a tanti ex campioni del passato egli ha scritto la storia e riempito gli almanacchi calcistici di grandi successi.
La vittoria al Mondiale spagnolo del 1982 rappresenta il punto più alto. Titolo di campione del mondo conquistato alla soglia dei 40 anni. Quel Mondiale passerà alla storia a livello personale perché lo ha reso il giocatore più anziano ad aver vinto questa competizione. Inoltre, Zoff è l’unico giocatore italiano ad avere nel proprio palmarès sia il titolo di campione d’Europa (Euro 1968) che del mondo.
Una cavalcata con la maglia azzurra iniziata 20 anni prima nell’Under 21, con la parentesi del leggendario Mondiale 1970 perso in finale contro il Brasile di Pelé.
Lì, però, sedeva in panchina e il titolare era Albertosi, tanto è vero che all’epoca non giocò neanche un minuto.
Dino Zoff allenatore e dirigente
Una volta annunciato il ritiro dall’attività agonistica nel 1983, Dino Zoff sveste i guanti da portiere e si rilancia in veste di allenatore.
Tra le squadre allenate abbiamo la Juventus, la Lazio e la Fiorentina. Nel mezzo una parentesi di 2 anni in Nazionale. C’era lui come ct in quel tristemente noto Francia-Italia di Euro 2000, finalissima persa grazie al Golden Goal di Trezeguet.
D’altro canto, memorabile fu invece la semifinale contro l’Olanda vinta ai calci di rigore qualche giorno prima, con il famoso cucchiaio di Francesco Totti a suggellarne l’apoteosi.
Nel 2005 decide di lasciare anche i panni dell’allenatore per assumere un atteggiamento quasi distante e distaccato verso il mondo del calcio, almeno dall’interno. Si ritira quasi in clausura.
Negli anni è stato anche un dirigente sportivo: nella Lazio di Cragnotti.
La ricetta delle uova di nonna Zoff
Nella vita di Dino Zoff, al di là del calcio, un ruolo cruciale lo ha recitato nonna Adelaide.
La nonna che, quando era piccolo, lo riempiva di attenzioni attraverso la cosiddetta cura dell’uovo. Si diceva fosse per questo motivo che, nel corso della sua adolescenza, il nipote riuscì a crescere in statura di ben 20 cm.
E pensare che alla soglia dei 15 anni Zoff era alto appena 160 cm e per questo fu scartato inizialmente ai provini con Inter e Juve. La ricetta delle uova della nonna, da questo punto di vista, sembrò funzionare eccome col tempo, considerando che poi il suo Dino è cresciuto esponenzialmente fino a raggiungere i 180 cm di altezza.
Berlusconi vs Zoff
Le critiche a questo grandissimo portiere, mischiate ai numerosi elogi, non sono mancate.
Accadde ad esempio che, dopo la finale persa ad Euro 2000 contro la Francia, l’allora ct Dino Zoff fu aspramente criticato da Silvio Berlusconi, esponente di spicco all’epoca della politica italiana.
La critica mossa dall’ex presidente del Milan verteva sul modo in cui la Nazionale veniva allenata e sulla mancata marcatura, nella fattispecie, su Zidane nella finalissima. Ne nacque un battibecco verbale a distanza per cui il ct rispose a modo suo, con il suo proverbiale stile pacato e contenuto, annunciando le proprie dimissioni per una questione di “dignità”.
Conclusioni
Dino Zoff, come abbiamo visto, ha rappresentato uno dei simboli più luccicanti e fieri prodotti dal calcio italiano. Un uomo di una qualità umana e professionale straordinaria. Taciturno, ma incisivo al tempo stesso, in campo e fuori.
Il suo talento man mano è venuto fuori sempre più e lo ha portato a vincere ed affermarsi sia come giocatore che come allenatore e uomo di sport. Allo stato attuale ha scelto di non continuare più con il mondo del calcio che probabilmente non vedeva più suo.
Uno come Dino Zoff manca tanto al calcio italiano per ciò che ha dato e trasmesso con la sua calma e saggezza olimpica. Poche chiacchiere e molti fatti: il modus operandi di una vita tra i pali.
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