Luis Suárez, bio del centrocampista spagnolo della Grande Inter nel post a cura di Campioni Calcio
Il calcio ha una sua funzione sociale e aggregativa. Merito soprattutto dei calciatori che, grazie alle loro abilità, attirano su di sé le più disparate ed estese simpatie. I tecnicismi aiutano e hanno sempre attirato le maggiori attenzioni.
Luis Suárez era così. Centrocampista spagnolo di altissimo livello tra i più forti degli anni ’60. Esponente di un calcio in bianco e nero trasformatosi, poi, in una moltitudine di colori sconfinata. Si distingue per lo più nel ruolo di mezz’ala, così come si direbbe oggi, con grande propensione al gol e alla regia. Questo gli vale il soprannome di “architetto”.
Scopriamo in questo post a cura di Campioni Calcio la biografia di Luis Suárez, il centrocampista della Grande Inter di Herrera. Bentornati sul nostro portale!
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Luis Suárez al Deportivo La Coruña
Luis Suárez Miramontes, detto Luisito nasce a A La Coruña il 2 maggio 1935.
Debutta con la squadra della sua città, con la maglia del Deportivo La Coruña, nel 1953. Le 17 presenze e 3 gol ad appena 18 anni compiuti sono un biglietto da visita più che giustificato per puntare subito ad altissimi livelli. Non a caso una grande squadra come il Barcellona lo nota subito e se lo porta via con sé.
Luis Suárez al Barcellona
Suarez passa al Barcellona nel 1954 e lì incontra colui che si arrogherà il diritto di essere il suo più grande maestro, il tecnico Helenio Herrera. Il ‘Mago’ vorrà avere con sé l’attaccante/centrocampista anche nella sua avventura in nerazzurro. Con l’allenatore argentino lo spagnolo porta a casa, in 7 anni di permanenza, 2 volte la Liga, 1 Coppa Nazionale e 1 Coppa delle Fiere.
Grazie al Barcellona conquista uno dei titoli più prestigiosi in assoluto per un singolo calciatore, vale a dire il Pallone d’Oro nell’edizione del 1960. Unico calciatore spagnolo a riuscire in questa impresa. L’apice di una carriera destinata a regalargli ulteriori soddisfazioni.
Lascia la squadra catalana dopo 176 presenze e 80 reti totali.
Luis Suárez all’Inter
Helenio Herrera, nel frattempo divenuto nuovo allenatore dell’Inter a partire dal 1961, pone come condizione imprescindibile l’acquisto di Luis Suárez. I nerazzurri sborsano così una cifra ‘monstre’ per l’epoca (300 milioni di lire). Difficile dire a oggi quanto ammonterebbe ma, sicuramente, viste le cifre che stanno circolando per alcuni calciatori non propriamente fuoriclasse, la valutazione per Luis Suárez sarebbe, forse, anche a 2 zeri. Di euro, però.
Da quel momento in poi per tutti diverrà “Luisito”. Al debutto segna contro l’Atalanta ed è già il nuovo idolo del Meazza. Una svolta in carriera dettata anche dal cambiamento tattico che gli “impone” Herrera, il quale lo schiererà sempre e solo a centrocampo nei panni di regista. Un ruolo nel quale lui sembra trovarsi divinamente. E, anzi, sembra che vada perfino meglio rispetto agli anni passati. Del resto, se glielo ha chiesto il suo ‘mentore’, non poteva certamente tirarsi indietro.
Di fatto la Grande Inter funziona grazie, anche e soprattutto, alle capacità balistiche e di partenza dell’azione del giocatore spagnolo. Negli anni ’60 quella squadra domina in lungo e largo tra Italia ed Europa.
In totale i titoli conquistati sono 7 tra i 3 campionati di Serie A, le 2 Coppe dei Campioni e le 2 Coppe intercontinentali.
Gli unici dispiaceri sorgono in concomitanza con la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni del 1967 per via del Celtic e lo Scudetto perso qualche anno prima nello spareggio finale contro il Bologna.
Per lui in maglia nerazzurra 333 presenze con ben 55 reti totali messe a segno.
Luis Suárez alla Sampdoria
Dopo aver vinto praticamente tutto o quasi con la maglia dell’Inter, Luisito si accasa alla Sampdoria nella stagione 1970/1971. In questo caso si misura con una realtà ben diversa sia a livello societario che tecnico.
Passa da obiettivi ambiziosi a traguardi più modesti da raggiungere come una tranquilla salvezza. La Samp, durante il suo triennio, occuperà stabilmente la parte destra della classifica, conquistando, dunque, più di una salvezza senza particolari patemi.
E, comunque, anche se in età avanzata per l’epoca, il contributo di Luis Suárez è stato comunque importante, se non fondamentale.
Lascia la Samp e il calcio dopo 73 presenze e 13 reti totali.
Luis Suárez in Nazionale
Luis Suárez è un vero proprio mito in Spagna. Uno di quelli che ha contribuito in maniera pesante, con la sua classe ed incisività, a portare la Spagna sul tetto d’Europa.
È lui il protagonista agli Europei del 1964 vinti dalla Selezione e che rappresentano l’apice delle apparizioni in Nazionale e il massimo conquistato dalle Furie Rosse fino agli anni 2000. Ha indossato quella casacca per 15 anni, dal 1957 al 1972. Partecipa ai Mondiali del ’62 e del ’66, ma senza lasciare il segno più di tanto.
Per lui 32 presenze con 14 reti messe a segno.
Luis Suárez allenatore
In veste di allenatore Luis Suárez ripete, in tono minore, l’exploit con la Spagna Under-21, imponendosi di prepotenza agli Europei del 1986. La Nazionale maggiore lo attende al varco ai Mondiali italiani del 1990, ma non andrà oltre gli ottavi di finale.
Vive due momenti diversi da allenatore della sua Inter: la prima volta nella stagione 1974/75, chiusa con un mesto nono posto. La seconda volta ci ritorna nel 1992, in sostituzione di mister Orrico. L’ottavo posto finale non restituisce una buona reputazione in questo senso. Il presidente Massimo Moratti, appena insediatosi in società nel 1995, lo chiama per svolgere ruoli dirigenziali e istituzionali all’interno della stessa.