Giuseppe Signori: bio del forte attaccante italiano di Foggia, Lazio e Bologna, nel post a cura di Campioni Calcio
Il vivaio italiano, dal punto di vista calcistico, ha prodotto tanti talenti. Chi più e chi meno è riuscito ad esprimere in maniera pressoché totale le proprie abilità sul campo.
Uno dei periodi più floridi sul piano della crescita e della formazione calcistica sono gli anni ’90 che hanno visto protagonista una vecchia volpe del calcio come Giuseppe Signori.
Uno che con la palla ci sapeva fare eccome. Specialista all’avanguardia di rigori e punizioni, tanto è vero che nella prima specialità risulta essere al quinto posto nella classifica di tutti i tempi in Serie A. Basso di statura, ma estremamente presente e vivo sul campo di gioco.
In questo post a cura di Campioni Calcio andiamo alla scoperta di Giuseppe Signori, attaccante iconico degli anni ’90 e soprattutto di Foggia, Lazio e Bologna.
Indice dei contenuti
Giuseppe Signori: gli inizi
Giuseppe Signori, detto Beppe, nasce ad Alzano Lombardo il 17 febbraio del 1968.
La carriera di Beppe Signori inizia ufficialmente nelle giovanili dell’Inter. Dal 1984 comincia a prendere forma come calciatore nella squadra del Leffe, geolocalizzata in provincia di Bergamo. Diventa uno degli artefici principali della promozione storica in C2. Il salto di categoria in C1 lo compirà nella stagione 1986/87, giocando per il Piacenza. Qui resta solamente un’annata collezionando in totale 14 presenze e 1 gol.
Il numero di presenze aumenta progressivamente nel momento in cui si trasferisce al Trento calcio. Il Piacenza fa un passo indietro e lo richiama alla base nella stagione 1988/89. Signori diviene un punto fermo di quella squadra e arriverà ad accumulare 32 presenze e 5 gol nel campionato di Serie B.
Può sembrare poco per uno che verrà nominato ‘Beppe-Gol’ ma il bello deve ancora venire. E avverrà con l’allenatore, forse, più divisivo della storia del calcio: Zdeněk Zeman.
Che, in pratica, lo sposterà in un ruolo diverso, dove il suo mancino non solo dà spettacolo ma permette anche di vincere le partite.
Giuseppe Signori al Foggia
Dopo il salto di categoria è tempo di fare il salto di qualità vero e proprio per Beppe Signori. L’occasione giusta la sfrutta con la chiamata del Foggia. Nella stagione 1989-1990 Signori passa infatti alla squadra pugliese. A quei tempi la società pugliese è allenata dal tecnico ceco Zdenek Zeman ed entra a far parte di un certo tipo di modello di calcio offensivo e martellante da cui prendere ispirazione.
La permanenza di Zeman a Foggia rappresenta uno snodo cruciale nella carriera di Signori. Da leggere così il cambio di ruolo che gli viene consegnato, passando da trequartista ad attaccante. Dopo due anni in B, la squadra pugliese riesce ad essere promossa in massima serie. Qui non sembra risentirne più di tanto e i 11 gol realizzati nella prima stagione di A ne sono un’emblematica testimonianza. Il mito del tridente delle meraviglie, composto dai vari Signori-Baiano-Rambaudi nasce proprio in questo contesto di trasformazione tattica e interpretativa all’interno del calcio italiano.
L’esordio ufficiale in Serie A proprio con la maglia del Foggia nel match contro l’Inter del settembre 1991. Il primo gol ufficiale, invece, lo si rievoca in occasione dell’1-1 contro il Parma del 29 settembre.
La costanza di rendimento e le continue certezze in fase realizzativa valgono a Signori la prima convocazione ufficiale in Italia in una partita contro il Portogallo datata 31 maggio 1992.
Una occasione che, ovviamente, non capita tutti i giorni.
Con i foggiani Giuseppe Signori gioca un totale di 105 partite segnando 38 reti. Per lui inizia l’avventura più importante: quella con la Lazio, che lo acquista insieme al compagno offensivo Rambaudi per la stagione 1992-93.
Giuseppe Signori alla Lazio
Giunge il momento della consacrazione definitiva al grande calcio per Beppe Signori. Il passaggio alla Lazio per 8 miliardi di lire lo incorona ufficialmente come simbolo e bandiera biancoceleste.
In 5 stagioni disputate, dal 1992 al 1997, Signori mette a segno la bellezza di 107 gol in 152 partite di campionato. Quasi un goal a partita che, in quei tempi, vuol dire davvero tantissimo. Per ben 3 volte agguanta il titolo di capocannoniere della Serie A (1992-93, 1993-94 e 1995-96). Peraltro nel 1992-93 è capocannoniere anche di coppa Italia. Anche qui incrocia la sua guida prediletta, Zdenek Zeman, con il quale conduce la squadra fino al secondo posto in classifica e ai quarti di finale di Coppa Uefa edizione 1994/95.
E pensare che ad un certo punto della permanenza laziale sembrava certo il trasferimento al Parma, ma l’allora presidente Cragnotti è costretto a interrompere bruscamente la trattativa a causa di un’insurrezione popolare.
I tifosi non avevano nessuna intenzione di far andare via il loro idolo e hanno fatto sentire a gran voce la loro opinione. L’artefice dell’addio ufficiale dalla Lazio è, invece, il tecnico Sven-Göran Eriksson. Il suo 4-4-2 non combacia alla perfezione con le esigenze tattiche di Signori. Così il rapporto si incrina e si decide di comune d’accordo di compiere il salto alla Sampdoria, dove gioca solo 6 mesi.
Con i biancocelesti gioca un totale di 195 partite, mettendo a segno 127 gol totali tra campionato e coppe.
Giuseppe Signori al Bologna
Alla Samp gioca soltanto una stagione, peraltro non troppo memorabile, prima di passare al Bologna. Anche qui assume di diritto il titolo di idolo delle folle. Trascorre qui ben 6 stagioni in rossoblù, mettendosi particolarmente in evidenza anche sul fronte europeo tra Coppa Uefa e Intertoto. Quarto posto occupato nella classifica all time dei marcatori bolognesi nelle coppe europee.
Al Bologna peraltro raccoglie un’eredità pesante: quella di Roberto Baggio, che nella stagione 1997-98 aveva deliziato i tifosi bolognesi con la sua classe. Ma lui non fa rimpiangere Divin Codino e in 3 anni consecutivi raggiunge la doppia cifra in campionato (15 gol nelle prime due stagioni, 16 nella terza).
Con i rossoblù gioca un totale di 176 partite mettendo a segno 84 gol totali tra campionato e coppe.
Giuseppe Signori a fine carriera
Sul finire della carriera Beppe Signori tenta l’esperienza estera. Con i greci dell’Iraklis va tutto male a causa di un serio infortunio che lo destabilizza per buona parte di una stagione. Firma un contratto annuale con gli ungheresi del Sopron, ma è un ulteriore fuoco di paglia. Nel 2006 si celebra ufficialmente il ritiro dal calcio giocato.
Giuseppe Signori in Nazionale
Con la maglia della Nazionale Italiana riceve la fiducia incondizionata del ct Arrigo Sacchi al Mondiale 1994, dopo aver creduto in lui a partire dal 1992. Viene utilizzato nel doppio ruolo di attaccante e centrocampista nelle 6 partite disputate. Le sue giocate risultano comunque decisive per le sorti azzurre. Non partecipa alla finale con il Brasile.
In totale saranno 28 gare per Signori con l’Italia con 7 reti messe a segno. L’ultima convocazione la riceve contro la Slovenia nel 1995.
Giuseppe Signori oggi
Appesi gli scarpini al chiodo per Signori si aprono le porte del commento sportivo. Lo si apprezza particolarmente nelle vesti di opinionista televisivo e radiofonico. Successivamente ad alcune controversie giuridiche e legali, oggi gestisce un’attività ristorativa.