Gigi Riva: biografia di “Rombo di Tuono”

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Gigi Riva, biografia di “Rombo di Tuono” nel post di Campioni Calcio

I bomber di una volta probabilmente non esistono più. Quegli attaccanti feroci, rapaci che appena vedevano la porta avversaria non lasciavano scampo e buttavano la palla dentro nella maggior parte dei casi. Gigi Riva appartiene in maniera perfetta a questa illustre categoria che annovera, soprattutto nel territorio italiano, nomi altisonanti che hanno fatto la storia del calcio azzurro. Riva è la storia del calcio in pratica. Uno di quei nomi che fanno rabbrividire solo a pronunciarli e che devono essere di ispirazione per i giovani che vogliono diventare calciatori.

La carriera di Gigi Riva è un elogio alla meritocrazia e alla perseveranza, considerando che i suoi inizi non sono stati dei più illustri e memorabili. Il suo soprannome “Rombo di Tuono” lo ha acquisito soltanto nel tempo grazie alla sapienza e virtù linguistica di un certo Gianni Brera, uno dei giornalisti sportivi più grandi di sempre.

In questo post vediamo insieme la storia di Gigi Riva, uno degli attaccanti italiani più forti di sempre!

Gigi Riva al Legnano

Luigi Riva, detto Gigi, nasce a Leggiuno il 7 novembre 1944, da una famiglia dalle origini modeste. Infatti la madre Edis è casalinga mentre il padre Ugo lavora prima come parrucchiere e poi come sarto, per poi morire per un tragico incidente sul lavoro.

Nei campetti di Leggiuno (provincia di Varese) si fa notare subito per le sue spiccate doti da goleador, considerando che segna ben 66 gol in 2 anni di permanenza con il Laveno Mombello, squadra locale.

Per questo motivo viene notato dai dirigenti del Legnano, squadra militante in Serie C, che non si lasciano sfuggire l’occasione della vita. Così nel 1962 si concretizza il suo passaggio in prima squadra. Lascia le giovanili e diventa un calciatore a tutti gli effetti.

Nella sua prima e unica stagione contribuisce, seppur in misura minima, al settimo posto finale in campionato.

I 5 gol in 22 partite complessive sembrano passare sotto traccia, ma sono soltanto l’anticamera di ciò che Gigi Riva produrrà e porterà a casa negli anni successivi. Una sorta di riscaldamento in vista di anni e tempi decisamente migliori e più prestigiosi.

Al Cagliari comincia la sua scalata ai vertici del calcio italiano.

gigi riva legnano

Gigi Riva al Cagliari

E pensare che il trasferimento di Gigi Riva al Cagliari è stato più che controverso. Nel senso che il calciatore ha tutt’altro che voglia di trasferirsi a giocare sull’Isola. Lui che è abituato ad atmosfere decisamente più miti e meno calorose, sotto tutti i punti di vista.

Fatto sta che riusce subito ad ambientarsi e alla sua prima stagione nella stagione 1963/64 ottiene subito la promozione in Serie A.

L’anno successivo il Cagliari si salva e lui fa la sua parte, segnando 8 reti complessive. Comunque tanta roba per un fresco 19enne che la Serie A, fino ad allora, l’aveva vista soltanto con il binocolo.

La stagione 1966/67 diventa spartiacque tra il vecchio Gigi Riva e il nuovo Riva versione isolana: diviene infatti il capocannoniere del campionato di Serie A con ben 18 gol e comincia ad entrare a pieno titolo nell’Olimpo del calcio italiano.

Il titolo di capocannoniere è suo per le successive due stagioni, condite da straordinarie esibizioni in Nazionale, passate alla storia per prestigio ed eccezionalità.

Lui è l’uomo dello scudetto cagliaritano per eccellenza. Se c’è un uomo con cui simboleggiare l’unico scudetto vinto dal Cagliari nella sua storia, questo è certamente Gigi Riva.

Il bomber divenuto leggenda, simbolo di una terra che non era sua, ma che lo diviene, calcisticamente parlando e non solo.

Il 1970 rappresenta l’anno d’oro che consacra definitivamente Rombo di Tuono a perla preziosa del calcio italiano. Uno scudetto a Cagliari non si è mai visto, e la sua squadra, forgiata dall’allenatore Manlio Scopigno, è guidata da quell’attaccante letale, dalla tecnica e dalla qualità eccezionale. Ma non solo Riva: quella squadra può annoverare tra le sue fila calciatori di tutto rispetto: Albertosi, Niccolai, Nenè, Domenghini, Cera. Calciatori titolari anche in Nazionale, e protagonisti poi anche al Mondiale di Messico ’70.

formazione cagliari 1970

Le successive stagioni allo scudetto storico, Riva sembra un po’ accusare il colpo dovuto ad un grave infortunio che lo tenne fuori per tanto tempo. Ma ritrova subito la via realizzativa col tempo, contribuendo al quarto posto cagliaritano nella stagione 1971/72 grazie ai suoi 21 gol in 30 partite.

La parabola discendente del Cagliari è però ormai compiuta, considerando che la corsa scudetto non era più roba sua, ma di altri. Di conseguenza, comincia anche la discesa del Riva calciatore, pur mantenendo, in ogni caso, medie realizzative invidiabili per altri attaccanti.

Nonostante la corte serrata di altre squadre, Gigi Riva decide di chiudere la carriera al Cagliari e di giurare amore eterno a quell’isola che lo aveva accolto in maniera affettuosa senza che neanche lui se lo aspettasse.

Con il Cagliari gioca in totale 377 partite, mettendo a segno 208 gol.

gigi riva cagliari

Gigi Riva in Nazionale

La carriera di Gigi Riva in Nazionale inizia nel 1965, sotto la guida di Edmondo Fabbri.

Anche solo per il fatto che sia stato il primo calciatore del Cagliari in assoluto ad indossare la maglia azzurra, sull’isola lo celebrano come un eroe.

Il suo periodo d’oro con l’Italia coincide con il triennio che va dal 1968 al 1970. Tra una gioia e una grossa delusione. La prima è l’Europeo del 1968 (in quella competizione gioca soltanto la finale con la Jugoslavia peraltro segnando nella gara di ripetizione), la seconda è ben più fissata nella mente di tutti gli italiani, ma per motivi diversi.

gigi riva italia

Il Mondiale del 1970 rappresenta l’apice del pathos e del sentimento popolare che può allargarsi a dismisura e invadere l’intero territorio. Italia-Germania 4-3 la partita simbolo ed emblematica di questa constatazione. Riva segna una doppietta e trascina insieme a Rivera e a tutti gli altri la Nazionale di Valcareggi alla finalissima con il Brasile.

Ma contro Pelè e compagnia neanche Gigi Riva può far niente e rimane a secco di gol.

Il 1973 altro anno storico per lui: eguaglia il record di reti in Nazionale, appartenente fino a quel momento al mitico Giuseppe Meazza. E lo supera anche, arrivando a quota 35, contro le sue 33 realizzazioni. Ultima partita della carriera disputata al Mondiale del 1974, dove l’Italia non brilla, per usare un eufemismo.

Con la Nazionale Italiana saranno comunque 42 partite giocate con 35 gol realizzati.

Gigi Riva oggi

Gigi Riva è fonte di ispirazione per tutti coloro che vogliono acquisire la fama di bomber sul campo. La sua impressionante media realizzativa, confermata anche in azzurro, lo relega ad uno dei più grandi attaccanti di sfondamento di sempre. Appena vedeva la porta erano dolori per gli avversari. A Cagliari anche solo fare il suo nome fa venire i brividi.

Una volta che ha smesso di giocare, si è dedicato ad attività dirigenziali per la Federazione Italiana nella veste di team manager e accompagnatore.

Nominato nel 2019 presidente onorario del Cagliari. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti con l’ingombrante impronta che ha lasciato sul territorio sardo, contribuendo a diffondere la Sardegna vincente al resto d’Italia.

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