Gianluca Pagliuca, bio del portiere di Samp, Inter e Bologna, nel post a cura di Campioni Calcio
Senza il portiere, probabilmente, non esisterebbe il gioco del calcio così com’è nato e si sviluppa oggi. Un ruolo più che determinante che, nell’epoca moderna, ha spostato molto il baricentro fuori dalla porta, piuttosto che dentro. Gianluca Pagliuca incarna alla perfezione la fisionomia del portiere vecchio stampo, bravo con le mani, meno con i piedi. A parare è stato uno dei numeri uno italiani più forti degli ultimi 30 anni e oltre. Sin da subito le qualità da numero uno emergono indiscutibilmente.
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Gianluca Pagliuca alla Sampdoria
Gianluca Pagliuca nasce a Bologna il 18 dicembre del 1966. Originario di Ceretolo, frazione di Casalecchio di Reno, muove i suoi primi passi con la Polisportiva Ceretolese, giocando come centrocampista, attaccante e come portiere. A 13 anni inizia a giocare solo in porta.
Gianluca muove i primi passi da calciatore professionista con la maglia del Bologna, facendo tutta la trafila nelle giovanili. Il salto di qualità deve aspettarselo nel momento in cui approda alla Sampdoria. È lì che inizia tutto. Nel 1986, infatti, l’allora presidente blucerchiato Paolo Mantovani fa un investimento di non poco conto sul giocatore: ben 300 milioni di lire. Molti soldi all’epoca.
Un investimento che pagherà dividendi sotto tutti i punti di vista. Pagliuca si fa subito spazio nella prima squadra e, almeno inizialmente, fa la riserva di tale Guido Bistazzoni. Un ruolo che gli si addice ben poco.
Il debutto ufficiale con questa maglia avviene il 6 settembre del 1987, in un match di Coppa Italia contro il Torino andata e ritorno. Proprio in queste due occasioni Pagliuca studia per la titolarità. Deve aspettare, invece, maggio 1988 per debuttare in Serie A. È un Sampdoria-Pisa di fine campionato.
Non ci sono più dubbi: la Sampdoria sa di avere in mano un vero e proprio fenomeno della porta. L’arrivo di Vujadin Boskov sulla panchina della Samp non fa altro che rafforzare questo concetto ormai acclarato.
Gianluca Pagliuca diventa titolare nella Sampdoria
Il tecnico serbo lo lancia titolare e da lì la scalata è inevitabile. Insieme a lui, cresce anche la squadra in termini di titoli. Vince la Coppa Italia nella stagione 1988/89, a cui si accompagna successivamente la storica Coppa delle Coppe della stagione 1989/90 ai danni dell’Anderlecht.
A fine anni ’80/inizio anni ’90 la Samp è una realtà sempre più consolidata del calcio italiano, vivendone stabilmente ai vertici. Culmine di questo riconoscimento è lo Scudetto del 1991 con grandissimo protagonista, per l’appunto, il numero uno Gianluca Pagliuca. Durante quella cavalcata vincente egli si costruisce la fama di para-rigori, che lo accompagnerà nel prosieguo della carriera. È sempre stata una delle sue più grandi qualità che, tra le altre, gli hanno permesso di essere inserito addirittura nella classifica per il Pallone d’Oro al 21mo posto. Una vera e propria impresa per un portiere.
Nel 1992 giunge la prima Supercoppa italiana in carriera per Samp e Pagliuca. Debutta in Coppa dei Campioni il 18 settembre 1991 in un Sampdoria-Rosenborg, terminato 5-0. Uno dei picchi più alti nella storia della società blucerchiata, superato solamente dalla finale di Wembley persa contro il Barcellona e che ancora oggi fa male sia al tifoso che a chi l’ha vissuta dal campo. In quell’occasione non bastò neanche un Gianluca Pagliuca più che superlativo nelle sue parate.
A partire dalla stagione 1992-93 siede sulla panchina della Sampdoria Sven Goran Eriksson, personaggio proveniente dalla Svezia e che diventerà una guida fondamentale a cui aggrapparsi.
Un’annata dove, ancora una volta, si conferma ai suoi livelli, ma che si conclude tristemente con un infortunio serio tra frattura toracica e della clavicola rimediato in seguito ad un incidente stradale.
Rientra in tempo per l’inizio della stagione successiva e lascerà la squadra al termine della stessa dopo aver alzato al cielo la Coppa Italia. Ancora oggi è il portiere della Samp con più presenze in Serie A, ben 198. Inserito di diritto al sesto posto nella classifica dei migliori portieri stilata dall’Istituto Internazionale di storia e statistica del calcio.
In generale, tra campionato e coppa chiude con ben 286 gare all’attivo con la casacca della Sampdoria.
Gianluca Pagliuca all’Inter
La stagione 1994/95 è la prima che Gianluca Pagliuca disputa con la maglia dell’Inter. È ormai un portiere di livello internazionale e non poteva che approdare in una squadra di maggiore blasone.
Pagato 12 miliardi di lire (8 miliardi più Walter Zenga e Riccardo Ferri), esordisce in un 3-0 estivo alla Lodigiani in Coppa Italia. Di fatto, sostituisce un altro portiere di livello assoluto come Walter Zenga, ma il peso non sembra essere eccessivo per uno come lui.
Le soddisfazioni tardano ad arrivare poiché l’Inter agguanta solo un sesto posto, valido per la qualificazione in Coppa Uefa. Dal 1996/97 comincia a muoversi qualcosa in più sotto questo profilo.
Arriva un terzo posto in campionato alle spalle di Juve e Parma, ma, soprattutto, una finale di Coppa Uefa persa soltanto ai rigori contro lo Schalke 04. Con Roy Hodgson, Gianluca alza ulteriormente il livello di prestazioni fino ad essere premiato con il Guerin d’oro, prestigioso premio dell’antica rivista calcistica Guerin Sportivo, grazie alla media voto più alta di tutto il resto dei calciatori di Serie A.
Nel 1997/98, Gigi Simoni ha una squadra molto più forte sulla carta, considerando anche l’arrivo di un certo Ronaldo dal Barcellona. E il campionato torna ad essere una cartina di tornasole, da questo punto di vista. Il duello in vetta con la Juve viene deciso, in pratica, solo da quello scontro diretto perso al Delle Alpi, caratterizzato dal fattaccio Iuliano-Ronaldo.
Pagliuca viene eletto miglior portiere del campionato da La Gazzetta dello Sport. Per la seconda volta consecutiva l’Inter approda in finale di Coppa Uefa, laddove, stavolta, si misura con la Lazio a Parigi.
È un trionfo sia in termini personali che collettivi, riuscendo ad alzare la Coppa da capitano. L’unico trofeo, peraltro, maturato nell’esperienza nerazzurra. Dopo aver disputato la Coppa dei Campioni con la Samp il numero uno della Nazionale esordisce anche in Champions League. Ma è tempo di rinnovamento e per lui non c’è più spazio.
Gioca un totale di 234 partite con la maglia nerazzurra.
Gianluca Pagliuca al Bologna
Gianluca Pagliuca passa al Bologna nel 1999 e conduce i suoi fino ai sedicesimi di finale di Coppa Uefa. In campionato riesce a mantenere la porta inviolata per ben 559 minuti consecutivi.
I suoi interventi sono sempre decisivi e contribuiscono a rendere gli emiliani un punto fermo del campionato italiano. Protagonista indiscusso, tra gli altri, di quel 7mo posto della stagione 2001/2002 che rappresenta il miglior piazzamento di sempre nell’era dello storico presidente Gazzoni Frascara. Sfiora l’impresa in Intertoto perdendo soltanto in finale contro il Fulham.
Gianluca Pagliuca all’Ascoli
A 40 anni Gianluca Pagliuca lascia il Bologna per trasferirsi ad Ascoli, ma continuando il suo rapporto stretto con la Serie A. Il 17 settembre è data storica perché raggiunge le 571 presenze in Serie A e stacca Zoff nella speciale graduatoria dei portieri più presenti.
In maglia bianconera disputa gli ultimi 23 incontri di campionato e della sua carriera. Si ritira dopo aver giocato l’ultima partita il 18 febbraio 2007.
Sono in totale 592 apparizioni complessive in Serie A. Solo Paolo Maldini è riuscito a fare meglio (ma sarà superato più avanti da Buffon, Totti e Javier Zanetti).
Gianluca Pagliuca in Nazionale
Gianluca Pagliuca, sin dalle prime battute, ha avuto un rapporto molto stretto e biunivoco con la Nazionale. Lui ha dato tanto a lei e viceversa.
Terzo portiere ai Mondiali 1990, esordisce con l’URSS nel 1991 e 4 anni dopo si conquista la titolarità, ma non basta per evitare la sconfitta ai rigori contro il Brasile nella finalissima.
Arrigo Sacchi lo tiene in seria considerazione, così come farà Cesare Maldini a Francia ’98. Risulterà uno dei migliori della spedizione azzurra, conclusasi soltanto ai rigori con la Francia nei quarti. L’arrivo di Dino Zoff a cavallo degli anni 2000 gli toglie ufficialmente la titolarità a vantaggio di altri portieri del calibro di Francesco Toldo e Gigi Buffon.
Saranno in totale per lui 39 presenze con la maglia dell’Italia.