Giancarlo Antognoni, bio del centrocampista della Fiorentina e della Nazionale, nel post a cura di Campioni Calcio
Lo spaccato offerto dal calcio, soprattutto quello considerato di una volta, ha un mito tutto suo, peculiare. E i miti, si sa, restano vivi nella memoria degli sportivi a distanza di tanti anni. Ciò che avvolge un’autentica leggenda calcistica come Giancarlo Antognoni. Asse portante di una squadra, nello specifico, i cui tifosi si identificano da sempre in uno come lui, vale a dire la Fiorentina.
Un binomio tra calciatore e squadra che è sintomo di un calcio d’altri tempi. Quello che faceva innamorare i tifosi, quello che teneva incollati milioni di spettatori. Quello che incarnava, appunto, Giancarlo Antognoni.
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Gli inizi di Giancarlo Antognoni
Giancarlo Antognoni nasce a Marsciano il 1º aprile del 1954. Giancarlo muove i primi passi da calciatore nei primi anni ’70. Il Torino lo acquista giovanissimo e lo manda a giocare in una rappresentativa giovanile di Asti, la Asti MaCobi, militante nel campionato di Serie D.
Resta lì per due anni, dal 1970 al 1972, prima di fare il vero e proprio salto di qualità.
Giancarlo Antognoni approda alla Fiorentina
Un salto in avanti notevole, considerando che Antognoni si presenta alla piazza di Firenze come un ragazzino alle prime armi, con pochissima esperienza alle spalle. E’ acquistato dalla presidenza per circa 435 milioni di vecchie lire.
Tuttavia, la società crede sin dal primo momento nelle sue capacità prospettiche e si concretizza in questo il trasferimento alla Fiorentina. Giancarlo cresce nel mito di Gianni Rivera al Milan, a cui tenta di ispirarsi calcisticamente.
L’esordio in Serie A avviene ufficialmente il 15 ottobre del 1972. E’ 2-1 a Verona e subito fioccano i primi elogi e i primi accostamenti eccellenti. Per un decennio e oltre veste la maglia della Fiorentina, divenendo un autentico pilastro di quella squadra.
Giancarlo Antognoni diventa capitano della Fiorentina
Inevitabile la nomina da capitano e da uomo immagine in cui potersi identificare, sia dal punto di vista degli addetti ai lavori che, soprattutto, dei tifosi. Nella stagione 1974/75 conduce la sua viola alla conquista della Coppa Italia. La vittima, in questo caso, il tanto bramato Milan nella finalissima di Roma.
Un successo accompagnato successivamente da una prestigiosa affermazione in Coppa di Lega italo-inglese ai danni del West-Ham, che fa acquistare ancora più blasone e riconoscimento a livello internazionale.
Una realtà consolidata anche in termini di gestione societaria, arrivando persino a competere per i vertici del calcio italiano come già accaduto diversi anni prima.
Giancarlo Antognoni e lo Scudetto perso all’ultima giornata
La stagione 1981/82 lascia un amaro in bocca difficile da digerire ancora oggi. Quello scudetto perso all’ultima giornata a vantaggio degli odiati rivali della Juve è una ferita ancora aperta che fatica a rimarginarsi. Un finale di campionato, peraltro, ricco di polemiche arbitrali legati a presunti torti viola e favori bianconeri. Vecchia storia.
Gli infortuni che ha subito Giancarlo Antognoni e la sua parabola discendente
La carriera di Giancarlo Antognoni è costernata di infortuni traumatici che ne hanno minato, in parte, il talento di cui disponeva. Si ricorda, in particolare, una frattura alle ossa craniche subita dopo uno scontro di gioco con il portiere del Genoa, Silvano Martina, durante un match di campionato del novembre 1981. Per un momento si ferma persino il cuore e le cure sono più delicate del previsto.
Si riprende con tenacia e determinazione da questa brutta esperienza, ma tre anni dopo rivive un altro incubo, fratturandosi tibia e perone dopo uno scontro di gioco con un giocatore della Sampdoria.
In seguito a questo evento traumatico, è costretto a saltare praticamente un’intera stagione fra le ultime giocate con la maglia viola. Sono annate difficili, contrassegnate da obiettivi sportivi modesti come una tranquilla salvezza.
Comincia, di fatto, la sua parabola discendente. L’ultimo gol ufficiale lo segna all’Empoli nell’aprile del 1987. L’ultimo squillo di tromba prima di lasciare definitivamente Firenze, la sua seconda casa.
Chiude con un curriculum accumulato negli anni degno della migliore bandiera: 341 presenze e 61 reti complessive.
Giancarlo Antognoni al Losanna
Giancarlo Antognoni dopo 15 anni di viola approda agli svizzeri del Losanna. Disputa due stagioni con gli svizzeri, con 7 reti in 51 presenze. Dà l’addio al calcio il 25 aprile 1989. Una data scolpita inevitabilmente nella memoria di tutti gli sportivi, in particolar modo di fede viola.
Giancarlo Antognoni in Nazionale
Con la maglia della Nazionale italiana Antognoni mostra un feeling positivo sin dai primi momenti. L’esordio ufficiale in Olanda nel 1974. Quattro anni dopo partecipa da protagonista ai Mondiali del 1978 in Argentina, chiusi al quarto posto.
Un ruolo consolidato agli Europei del 1980. L’Italia si ritrova al centro del campo una rivelazione, ma non troppo. Gli anni alla Fiorentina ne hanno rafforzato la leadership e le capacità tecniche, facendole trasparire anche sul fronte Nazionale.
La vera svolta di carriera giunge nel 1982 in occasione dei Mondiali in Spagna. Si erge ad uno degli artefici principali di quella cavalcata azzurra trionfale e, per certi versi, leggendaria.
L’unico grande rammarico resta quella finalissima contro la Germania Ovest in cui spicca la sua assenza dal campo. Costretto a guardarla dalla tribuna causa infortunio rimediato nella semifinale precedente contro la Polonia. Una delusione che lo ha segnato per l’intera vita calcistica, anche oltre. Anche se, comunque, il suo contributo per tutto il corso del torneo è stato assolutamente decisivo. L’ultima partita disputata in azzurro nel novembre 1983 in un match perso contro la Cecoslovacchia.
Gioca con la Nazionale ben 73 presenze condite da 7 reti totali.
Giancarlo Antognoni dopo il ritiro
Una volta chiuse definitivamente le porte della Nazionale italiane e della Fiorentina, Giancarlo Antognoni percorre la strada dell’attività dirigenziale o, quantomeno, ci prova. Da osservatore a team manager, passando per direttore generale sotto la gestione Cecchi Gori. Peraltro con ottimi risultati, considerando, ad esempio, che a lui si deve l’acquisto di giocatori di spessore come un certo Manuel Rui Costa.
Sveste i panni del dirigente della Fiorentina dal 2001, subito dopo il licenziamento di Fatih Terim come allenatore, che lui stesso aveva portato al club. Alla federcalcio italiana viene nominato coordinatore degli osservatori in ambito giovanile.
Tornerà alla Fiorentina dal 2017 nuovamente con compiti di rappresentanza societaria, ma non durerà molto a causa di attriti con la nuova dirigenza. La data spartiacque il 16 luglio 2021.