Gabriel Omar Batistuta: biografia del “Re Leone” nel post di Campioni calcio
Certi bomber non muoiono mai (calcisticamente parlando). Fanno semplicemente giri immensi e poi ritornano. Forse è proprio vero che il calcio di una volta, ispirato ai tempi degli anni ’90/primi anni ‘2000, si presentava come un calcio molto più combattuto e competitivo di quello attuale. Il segreto, da questo punto di vista, stava nella continuità. Carattere che ha contraddistinto nel tempo un personaggio come Gabriel Omar Batistuta. L’emblema della vecchia concezione di bomber che davanti alla porta non perdonava gli avversari. Non a caso definito “Re Leone”.
Per emergere, un attaccante nella serie A di allora, che vedeva giocare difensori arcigni e che non facevano certo complimenti quando dovevano buttarti a terra, doveva realmente sgomitare e farsi strada in maniera decisamente importante. E non bastava di certo fare una semplice buona stagione per considerarsi un vero bomber.
Batigol è considerato tra gli attaccanti più forti passati nel mondo del calcio negli ultimi 20/25 anni. Una considerazione comune che trova parecchi riscontri, soprattutto nei tifosi cosiddetti nostalgici di un vecchio calcio che non c’è più.
In Italia se lo ricordano benissimo in particolar modo i tifosi di 2 squadre, Fiorentina e Roma, che hanno potuto ammirarne e celebrarne da vicino le fantastiche gesta sportive.
Da Avellaneda con furore è iniziata la scalata inesorabile all’èlite del calcio di Gabriel Omar Batistuta, per tutti Batigol, che riassumiamo in questo post a cura di Campioni Calcio!
Indice dei contenuti
Batistuta: gli inizi
Gabriel Omar Batistuta nasce ad Avellaneda, Argentina, il 1 febbraio del 1969 da Osmar Batistuta, macellaio, e sua moglie Gloria, segretaria scolastica.
A soli sei anni si trasferisce poi nella città argentina di Reconquista, dove cresce in un contesto povero e precario, come la maggior parte degli argentini di un tempo.
Ma Batistuta si è fatto strada negli anni a suon di gol e grandi performance nel mondo del calcio, divenendo una delle punte di diamante anche dell’Argentina.
L’attitudine al calcio ce l’ha sempre avuta fin da piccolo. E pensare però che a 16 anni lo chiamavano El Gordo (il grasso) perché era leggermente in sovrappeso. Ma l’uomo dai capelli lunghi, in seguito, ha conquistato ben altra fama con ben altra fame.. quella di gol!
Curiosità: incredibile, ma vero, Batistuta avrebbe voluto giocare a basket, ma poi, per fortuna, ha scelto il calcio.
Batistuta al Newell’s Old Boys
Una rivelazione, quella calcistica, che ha segnato per sempre la direzione della sua vita sportiva. In Argentina il piccolo Gabriel Omar Batistuta esordisce con i Newell’s Old Boys all’età di soli 19 anni.
Il suo primo allenatore è stato un noto tecnico argentino ancora oggi, Marcelo Bielsa.
Nella sua prima stagione da professionista sigla già 4 gol in 16 gare ufficiali, meritandosi la chiamata del River Plate.
Batistuta al River Plate
Al River Plate la stagione successiva comincia ad affinare le sue grandi doti da goleador. Ma in questo caso il rapporto con l’allenatore Daniel Passarella compromette la sua permanenza in squadra e ne segna la cessione nel 1990, nonostante i 17 gol messi a segno nell’arco di un campionato.
Si trasferisce così al Boca Juniors, la squadra per il quale da sempre è tifoso un certo Diego Armando Maradona, che è stato colui capace di far avvicinare Batistuta al calcio (grazie a un poster regalato da bambino proprio del Pibe de Oro).
Batistuta al Boca
Al Boca Juniors quell’anno il Re Leone vince la classifica cannonieri e primeggia nel campionato di Clausura. I primi segnali di una carriera che negli anni diventerà più vincente, anche se non eccessivamente.
Ecco così spiccare il volo in Italia dai primi anni ’90 in poi. Infatti viene acquistato dalla Fiorentina del nuovo patron Vittorio Cecchi Gori, che vede nel bomber argentino un attaccante capace di fare la differenza e di far innamorare il popolo fiorentino.
Batistuta alla Fiorentina
L’Italia accoglie Gabriel Omar Batistuta a partire dall’anno 1991. Fino a quel momento era considerato poco più di una promessa.
Fatto sta che la Fiorentina decide di scommettere su questo attaccante arrivato direttamente dall’Argentina.
Alla prima stagione viola segna 13 gol in 27 partite e l’anno successivo 16 reti in 32 partite. Quest’ultima annata si caratterizza però per la retrocessione della sua squadra a fine campionato. Un epilogo amaro che non lo abbatte affatto, anzi. Infatti Gabriel Omar Batistuta è un leader nato e riporta dopo sola una stagione la Viola in serie A, siglando 16 gol in 26 gare e riuscendo a partecipare così al Mondiale di USA ’94, che vede però gli argentini esclusi dal torneo contro la Romania, che elimina l’Albiceleste per 3-2.
A partire dal 1994 Batistuta sale alla ribalta sempre più come uno dei bomber più prolifici della Serie A di quegli anni, riuscendo quasi sempre ad andare in doppia cifra.
Resta alla Fiorentina fino al 2000 con un bilancio di questo tipo: in bacheca troviamo 1 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana, quest’ultima vincendo a San Siro contro il Milan degli invincibili per 2-1, due gol di Batigol, che dopo una delle due segnature esulta mandando baci alla sua amata Irina, alla quale urla davanti alle telecamere:
Ti amo Irina, Ti amo!
Ancora oggi i tifosi viola lo idolatrano come uno dei più grandi di sempre passati sotto gli occhi della Fiesole, anche se non riesce mai a portare il titolo a Firenze, nonostante ci vada veramente vicino nella stagione 1998-99, quando un suo grave infortunio nel momento topico della stagione (e l’allontanamento di Edmundo per il Carnevale di Rio) privano dei suoi due attaccanti migliori la squadra gigliata.
Con la Fiorentina gioca un totale di 332 gare mettendo a segno la bellezza di 207 gol.
Batistuta alla Roma
L’esperienza alla Roma dura dal 2000 al 2003, acquistato dalla Fiorentina per circa 70 miliardi di vecchie lire. Visti i costi di un calciatore di oggi, un affare.
Al primo anno si insedia con il botto. Batistuta conquista lo Scudetto con quella Roma allenata da Fabio Capello e che annoverava altre grandi personalità illustri in campo, tra cui Francesco Totti, Vincenzo Montella, Vincent Candela, Cafù, Emerson, Aldair, Samuel e tanti altri. Quella stagione vede Batistuta decidere la gara contro la sua ex squadra con un super gol e mettere a segno il gol scudetto nella sfida contro il Parma.
Nella sua prima stagione sigla 20 gol totali in una squadra di fenomeni.
Superati i 30 anni e sopraggiunti i primi grandi problemi fisici, per Batigol si profila la possibilità di andare all’Inter e l’allora presidente giallorosso Franco Sensi non se lo fece chiedere 2 volte, annunciando la cessione del calciatore argentino.
Con la Roma gioca un totale di 87 presenze con 33 gol totali.
Batistuta all’Inter
In maglia nerazzurra Gabriel Batistuta compie un’esperienza tutt’altro che memorabile.
Il magro bottino conseguito a fine stagione di 2 gol in sole 12 presenze accumulate complessivamente la dice tutta sull’apporto reale dato alla causa.
Ecco perché al tramonto della sua carriera si delinea all’orizzonte l’esperienza in Qatar.
Batistuta in Qatar
Batistuta ha 34 anni quando si trasferisce nel 2003 all’Al-Arabi, squadra qatariota di Doha. Qui riscopre nuovamente tutta la sua vena realizzativa da vero bomber consumato, segnando 25 gol in 18 partite di campionato. Un bottino complessivo che gli vale il titolo di migliore calciatore dei campionati asiatici, sintetizzato nella cosiddetta scarpa d’oro.
In Qatar resta fino al 2005, anno di massima storicità per il calcio italiano e argentino, ma in generale per il calcio mondiale: in quell’annata egli annuncia il suo ritiro ufficiale dal calcio giocato dopo aver realizzato tra club e Nazionale più di 300 gol da professionista.
Batistuta in Nazionale
Probabilmente in maglia Albiceleste, Gabriel Omar Batistuta non ha espresso appieno tutto il suo immenso potenziale. Si potrebbe affermare questo se si guardassero solamente i titoli di squadra, ma a livello individuale ha lasciato il segno, eccome.
Dal 1997 al 2016 è stato il miglior goleador nella storia dell’Argentina con 54 reti complessive segnate in 77 gare, superato successivamente da Lionel Messi, ma sempre meglio di un certo Diego Armando Maradona sotto questa voce.
In Albiceleste ha accumulato 2 titoli di Copa America nel 1991 e nel 1993.
Ha giocato anche 3 edizioni dei Mondiali partendo da USA ’94 e arrivando a Corea e Giappone 2002. Con i suoi 10 gol Batistuta si conferma miglior marcatore argentino ai Mondiali in assoluto. Confermata la tendenza a superare Maradona persino in quest’ultimo caso.
Batistuta oggi
Una volta annunciato il ritiro, l’obiettivo che si è posto Batigol è di prendere l’abilitazione da allenatore. Detto fatto, anche se da questo punto di vista non è mai esploso completamente. Almeno non ancora, ma gli auguriamo il meglio per il suo proseguo di carriera e grazie di aver fatto sognare una generazione di appassionati di calcio.

[…] ma “zeru tituli” del 4-3-3 di Zemanlandia. Vengono acquistati inoltre Montella e Batistuta, Emerson, Antonioli, Samuel per vincere il titolo, che vengono affiancati al capitano. Saranno anni […]
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