Eusebio, biografia della pantera portoghese nel post di Campioni Calcio
La leggenda del calcio portoghese si chiama Eusebio. Uno dei più grandi giocatori nella storia del calcio mondiale, del quale parliamo in questo nuovo appuntamento con le leggende del calcio.
Questo sport è pieno di stelle o mancate tali. Coloro che hanno espresso le migliori potenzialità nel corso degli anni e coloro che, invece, si sono inevitabilmente persi e hanno smarrito il loro spropositato talento. Sulla via del successo, spesso e volentieri, si insidiano diversi ostacoli, sta poi al giocatore e all’uomo saperli superare nel modo giusto.
Si dibatte molto sulla reale consistenza e competitività del calcio moderno rispetto a quello di tanto tempo fa, lì dove celebriamo continuamente numerosi calciatori che si sono ben distinti. Si dice che il calcio di una volta fosse molto più competitivo rispetto a quello attuale, soprattutto per quanto concerne la forza e la reale tenuta delle difese moderne.
Difese contro le quali uno come Eusebio probabilmente sarebbe andato a nozze. Parliamo del portoghese più forte nella storia del calcio, davanti al quale si prodiga persino uno come CR7, non proprio uno qualunque. E questa è già una notizia di per sé che dà la reale dimensione di colui che abbiamo appena menzionato.
Egli è considerato una vera e propria divinità in Portogallo, per le sue gesta calcistiche che hanno fatto sognare milioni di connazionali ed è nel novero dei calciatori migliori di tutti i tempi. Un riconoscimento non ufficiale, ma certificato dalle grandi prestazioni sul campo.
Attaccante prolificissimo, il cui mestiere principale era fare gol, che gli riusciva molto bene.
Ripercorrere la carriera di Eusebio, di uno dei più grandi di sempre, è doveroso per mettere al corrente soprattutto le nuove generazioni di quello che lui è stato per il calcio e per gli appassionati di questo gioco.
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Eusebio: gli inizi in Mozambico
Eusébio da Silva Ferreira, semplicemente Eusebio, nasce a Lourenço Marques, capitale dell’allora colonia portoghese del Mozambico, il 25 gennaio del 1942 da padre angolano, Laurindo António da Silva Ferreira, e dalla madre mozambicana Elisa Anissabeni, quarto figlio di quest’ultima.
Fin da piccolo Eusebio è semplicemente un fenomeno con il pallone, con il quale fa quello che vuole. Inizia a giocare in una squadra amatoriale chiamata Os Brasileiros (I Brasiliani), formata dai suoi amici in onore della nazionale brasiliana di quegli anni.
Eusebio è molto povero e non ha nemmeno la possibilità di comprare un pallone vero: i palloni da calcio che usano per giocare sono fatti con calzini e giornali.
In seguito cerca di entrare insieme ad altri suoi amici nel Grupo Desportivo de Lourenço de Marques, società cittadina affiliata a quella del Benfica, ma viene respinto.
In seguito prova allo Sporting Lourenço Marques che lo accetta. Qui è allenato dall’ex portiere della nazionale italiana Ugo Amoretti, che lo propone, senza successo, alla Juventus, al Torino, al Genoa e alla Sampdoria. Nessuno crede nel talento di Eusebio. Una scelta che si rivelerà scellerata per le sopracitate società.
Arrivato in prima squadra nella società della propria città, vince il campionato provinciale del Mozambico e il campionato distrettuale di Lourenço Marques nel suo ultimo anno, nel 1960.
Con la squadra totalizza 42 presenze e 77 gol, alla media di 1,83 reti a partita.
Un calciatore così non poteva che entrare in uno dei top club.
Dopo essere stato scartato dal San Paolo, la squadra brasiliana, il Benfica punta tutto sul suo estro, pagandolo 350.000 scudi, innescando una faida con lo Sporting Lisbona, che voleva fortemente quel 18enne così forte, avendo un accordo con la società proprietaria del cartellino. Ma non avendo offerto un contratto a Eusebio, che avrebbe dovuto trasferirsi a Lisbona senza una retribuzione, il calciatore decide per il Benfica, che gli offre da subito un contratto da professionista. E’ la scelta che gli cambia la vita.
Eusebio al Benfica
Le cose migliori nella carriera di Eusebio sono legate indissolubilmente alla squadra portoghese del Benfica. Lì ha scritto la storia e si è affermato concretamente al mondo.
Nei 15 anni con quella maglia, dal 1960 al 1975, la Pantera Nera, così com’è soprannominato, mette a segno la bellezza di 473 gol in 440 partite ufficiali. Una media in pratica di più di un gol a partita. Basta questo per condensare tutta la sua classe ed estetica.
Lì vince 11 volte il campionato, 5 coppe portoghesi e 1 Coppa dei Campioni, edizione 1962.
In questa manifestazione è stato più volte incoronato come capocannoniere, così come lo è stato nel campionato portoghese, che era il suo terreno di conquista privilegiato in questo senso.
Memorabile poi per i tifosi rossoneri quella finale di Coppa Campioni, persa dal Benfica contro il Milan per 2-1 nel 1963, dove al gol di Eusebio risponde una doppietta di Altafini, che porta la coppa in Italia.
Di Eusebio comunque si può dire che è stato un autentico cecchino che non perdonava per niente il portiere avversario davanti alla porta.
Con il Benfica, contando solo le partite ufficiali, mette a segno come già anticipato, 473 gol in 440 partite. Una media gol spaventosa.
È stato il capocannoniere della Coppa Campioni nel 1965, nel 1966 e nel 1968. Ha vinto il titolo di miglior marcatore del campionato portoghese in sette occasioni (1964, 1965, 1966, 1967, 1968, 1970, 1973), record tutt’oggi mantenuto, ed è stato il primo calciatore a vincere la Scarpa d’oro, raggiungibile da chi fa più gol in una sola stagione tra tutte le competizioni ufficiali, avendo vinto la prima edizione del trofeo nel 1968.
Eusebio negli USA
Il talento di Eusebio lo si è apprezzato anche e soprattutto nella sua terra natia. Ma una volta abbandonato il nido calcistico, per così dire, questo talento sembra essersi un po’ disperso, tanto è vero che gli ultimi anni della sua carriera li ha trascorsi in giro per il mondo. Veste infatti le casacche del Boston Minutemen, Monterrey, Toronto Metros, Quicksilvers e Nwe Yersey Americans, riuscendo a giocare contro Pelè in quegli anni a New York.
Esperienze da giocatore normale e non da giocatore memorabile, come ci aveva abituato, intervallate dal ritorno in Portogallo nel mezzo con la maglia del Beira Mar.
Lascia il calcio nel 1978 ed entra ufficialmente a far parte del comitato tecnico della Nazionale portoghese.
Eusebio in Nazionale
Proprio in Nazionale Portoghese il mitico Eusebio ha trasferito le sue enormi potenzialità, espresse già prima con la maglia del Benfica. Fino a qualche anno fa era il miglior marcatore in assoluto della Nazionale lusitana, ma poi è arrivato un certo Pauleta a soffiargli questo scettro.
In ogni caso, un dettaglio che non scalfisce in alcun modo il suo talento universalmente riconosciuto.
Non a caso, è considerato il portoghese più forte di sempre, anche perché è lui l’autentico trascinatore di quel Mondiale 1966 in cui la nazionale sfiora il titolo, finendo al terzo posto con tanto di grande rimpianto per quella semifinale persa con l’Inghilterra in modo assolutamente beffardo. E’ comunque il capocannoniere di quella competizione con 9 reti.
Ancora oggi quel risultato resta il migliore di sempre per quanto riguarda la Nazionale Portoghese ad un Mondiale di calcio.
Con la nazionale lusitana ha giocato un totale di 64 gare con 41 gol messi a segno.
Eusebio VS Cristiano Ronaldo
Il paragone con Cristiano Ronaldo era inevitabile da farsi e lo è tuttora. Lo ha azzardato più di qualcuno negli anni per quello che hanno combinato entrambi nelle rispettive carriere, ma è pur sempre esercizio complicato da portare a termine o anche solo da pensarci, a maggior ragione quando si tendono a paragonare grandi giocatori di epoche e contesti diversi.
Celebriamo uno dei più grandi attaccanti nella storia del calcio, venuto purtroppo a mancare qualche anno fa, precisamente nel 2014, a 72 anni a causa di un arresto cardiaco dovuto ad un ictus.
E’ il 5 gennaio, ed è quello un giorno molto triste per tutto il calcio portoghese.
Conclusioni
Attaccante potente fisicamente, ma dotato allo stesso tempo di enormi capacità atletiche e agonistiche che lo rendevano praticamente immarcabile.
Tanto è vero che da ragazzo riusciva a correre 100 metri in 11 secondi. Pensate un po’. Un agonista mancato, di fatto. Uno di quelli che avrebbe potuto sfondare anche nel mondo dell’atletica, probabilmente. Meglio che lo abbia preso in dono il calcio e ne abbia fatto un grandissimo calciatore da conservare ai posteri.
La sua memoria resterà scolpita nel tempo, così come il suo illustre e buon nome che ha appassionato milioni di fan tra gli anni ’60 e gli anni ’70.
Col senno di poi, anche qualcuno un po’ più giovane che ne mastica veramente di grande calcio e si spinge sempre più verso l’apprendimento e la cultura calcistica di alto spessore.
Quell’annata per lo sport più popolare e seguito al mondo è da considerarsi tra le più belle ed esplosive di sempre.
Un altro Eusebio probabilmente non ci sarà più, Cristiano Ronaldo a parte, il quale punta a scalzarlo nelle preferenze di tutti i tempi dei portoghesi. In qualche modo ci è già riuscito, almeno a livello di trofei e consensi riscossi in giro per il mondo, ma non è sempre questo il giusto parametro di valutazione in questo senso.