Didi, biografia del funambolo brasiliano

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Didi, biografia del funambolo brasiliano, vincitore di due mondiali con Pelè, nel post a cura di Campioni Calcio

Ogni epoca storica si caratterizza per almeno un calciatore brasiliano tanto forte da poter essere considerato a tutti gli effetti tra le leggende. Con grande disinvoltura può inserirsi in questa speciale lista uno come Didi.

Il classico calciatore in bianco e nero che non dirà assolutamente nulla ai più giovani. Chi ha avuto modo di documentarsi attraverso filmati e testimonianze si renderà subito conto di che campione fosse. 

Un ex centrocampista dal grande fiuto del gol, la cui carriera si incrocia indissolubilmente con quella di Pelé. Il perché lo si può capire ripercorrendo i suoi trascorsi.

In questo post a cura di Campioni Calcio, ripercorriamo insieme la storia e i successi del centrocampista brasiliano Didi. Bentornati sul nostro portale!

Didi alla Fluminense

Valdir Pereira, meglio noto con lo pseudonimo Didi, nasce a Campos dos Goytacazes, l’8 ottobre del 1928. Soprannominato Mr. Football e O Príncipe Etíope, è considerato uno dei più forti calciatori brasiliani di tutti i tempi e tra i più forti di sempre per la FIFA. Nasce a 150 km da Rio e, dopo aver fatto tutta la trafila in squadre minori del Brasile, si presenta alla Fluminense del 1949. Trattasi di uno dei club più riconosciuti del Paese.

Vi gioca per ben 7 stagioni, ma portando a casa soltanto 1 campionato carioca. A causa di problemi dirigenziali e familiari giunge alla rottura con il club nel 1956. 

Didi al Botafogo

Ad accoglierlo nella nuova casa calcistica c’è il Botafogo, dove milita un certo Garrincha, un altro mito del calcio brasiliano dell’epoca. Un altro titolo carioca portato in dote, ma con una macchia pesante da sopportare. Durante quest’esperienza, infatti, ha modo di testare con mano forme di razzismo dilaganti all’interno del gruppo squadra. Lo si evince dal fatto che alcuni giocatori di colore erano costretti ad allenarsi in disparte rispetto al resto dei compagni. Questo dà la misura di quanto fosse certificato il fenomeno.

Didi al Real Madrid

Per Didi giunge il momento di spiccare il volo verso l’Europa a partire dal 1959. Se a volerlo fortemente è il Real Madrid vuol dire che le sue qualità sono arrivate fin lì. Con Di Stefano sembra formare una di quelle coppie d’attacco destinate a rimanere leggenda per sempre, ma non è così. Non rispetta affatto le aspettative create intorno a lui. Le prestazioni sono assai deludenti, si dice anche a causa di rapporti non propriamente idilliaci instaurati con il resto della squadra. 

Il ritorno in Brasile di Didi

L’ingresso in Europa non si rivela un toccasana per Didi. Tutt’altro. Per questo motivo decide di lasciare il Real Madrid nel 1960 per ritornare nella sua terra natia. In Brasile lo riaccoglie a braccia aperte il Botafogo. Una realtà che conosce benissimo e grazie alla quale risorge sia come calciatore che come uomo.

In saccoccia 2 campionati Carioca, seguendo l’ordine cronologico nel 1961 e nel 1962. È il terzo in totale con la stessa maglia. Eppure l’ultima stagione è caratterizzata da un numero maggiore di panchina in contrasto con la titolarità. Solo 5 le partite disputate in un ruolo tutt’altro che da protagonista. Segno inequivocabile di un declino tecnico in atto e che conduce Didi a valutare l’offerta di una squadra peruviana, lo Sporting Crystal.

Dal 1962 la carriera di questo centrocampista brasiliano prosegue verso un’inesorabile discesa, anche sul piano mediatico.

Svolge il doppio ruolo di calciatore e allenatore fino al 1966, che è l’ultimo anno registrato di attività agonistica. Chiude la carriera nel San Paolo, dove vi gioca 2 volte in pochi anni, ma senza determinare più di tanto. 

Didi in Nazionale

Si può affermare con assoluta certezza che il meglio visto in carriera da Didi lo si riscontra sul fronte Nazionale. A quell’epoca il Brasile poteva permettersi il lusso di avere in squadra gente come lui e come Pelé. Non proprio gli ultimi arrivati. 

Non a caso Didi-Vavà-Pelé è considerato il tridente più forte che abbia mai avuto il Brasile. Per non estendere il discorso all’intero circuito calcio. L’esordio ufficiale nel 1952. Due anni dopo partecipa al primo Mondiale della sua carriera in Svizzera, ma deve arrendersi come tutti i suoi compagni alla mitica Ungheria di Puskàs.

La musica cambia completamente nell’edizione Mondiale del 1958 in Svezia. Didi è nella fase di maggiore ascesa e trasferisce l’efficace rendimento in verdeoro, contribuendo alla conquista della Coppa del Mondo insieme a Pelé. Egli verrà nominato il miglior giocatore della competizione, abbinando alla gloria di squadra una gloria personale ormai acclarata.

Il bis lo concede nel 1962, beffando la Cecoslovacchia in finale. Tuttavia non brilla in maniera eccelsa la sua stella, quantomeno non come al Mondiale precedente. Tutto questo nonostante fosse di gran lunga il centrocampista più forte in circolazione. Questo a testimonianza di una qualità particolarmente elevata da poter sfoggiare a quei tempi in ambito calcistico europeo e universale.

Col Brasile può vantare complessivamente 74 presenze e 21 reti messe a segno.

Didi allenatore

Appese le scarpe al chiodo, Didi si distingue come allenatore della Nazionale del Perù, sfiorando l’impresa contro il suo Brasile ai quarti del Mondiale ’70. Allena il River Plate nel 1971 e conduce la cara e vecchia Fluminense dalla panchina alla conquista del campionato Carioca nel 1975. 

Acquisisce un feeling particolare con i trofei anche da allenatore, accumulando 2 campionati Mineiro con il Cruzeiro e 2 campionati turchi con il Fenerbahce tra il 1973 e il 1977. Smette definitivamente con il calcio nel 1974 su tutti i fronti.

Scompare a Rio de Janeiro il 12 maggio del 2001.

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