Davor Suker: biografia del goleador della Croazia

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davor suker croazia

Davor Suker: biografia del goleador della Croazia nel post di oggi a cura di Campioni Calcio

Nella storia del calcio molto spesso capita di trovarsi di fronte a giocatori che, seppur non esteticamente superlativi, riescono comunque a far innamorare gli appassionati per la loro concretezza e costanza che li rendono campioni a tutti gli effetti. Nella categoria previa descritta è impossibile non menzionare un croato che è stato determinante nei principali campionati europei e con la maglia della sua nazionale: in quest’articolo racconteremo la biografia di Davor Suker, il più grande attaccante goleador che la Croazia abbia potuto ammirare.

I primi calci in Jugoslavia

Davor Suker nasce a Osijek il primo gennaio 1968 e a sedici anni viene aggregato alle giovanili della squadra della città: il Nogometni Klub Osijek (comunemente detto NK Osijek). Debutta con la prima squadra del club lo stesso anno riuscendo ben presto ad affermarsi nel campionato jugoslavo grazie alle sue 40 marcature dilazionate tra 91 presenze nei suoi primi cinque anni di carriera. Data l’ultima stagione proficua (18 gol), l’attaccante viene notato dalla Dinamo Zagabria che se ne assicura le prestazioni sportive. L’acquisto di Suker da parte della squadra croata si rivela ben presto azzeccato e ragionato visto che l’attaccante, nel biennio a Zagabria, finirà sul tabellino per ben trentaquattro volte.

L’avventura di Suker in terra iberica

Visti i brillanti trascorsi in patria culminati con la prima chiamata della nazionale, il giocatore viene acquistato dal Siviglia e si trasferisce così in Spagna dove debutta il 17 novembre 1991. Nel match successivo la punta viene schierata titolare e dà subito sfoggio del suo repertorio siglando una doppietta fondamentale per il pareggio finale contro la Real Sociedad. Nella sua prima stagione in terra iberica Suker scende in campo per ventidue volte impreziosendo le sue prestazioni con sei gol.

Passata la fase di iniziale ambientamento, nella stagione 1992-93 il giocatore si ritrova in squadra una leggenda chiamata Diego Armando Maradona e parte a razzo con una tripletta messa a segno ai danni dell’Albacete. L’attaccante croato riesce a far vedere a sprazzi una buona vena realizzativa con 13 reti realizzate in 33 partite che gli permettono di migliorare lo score dell’anno precedente.

maradona siviglia con suker

La magia avviene però il terzo anno in maglia bianco-rossa: Suker riesce a ritrovare la media realizzativa degli anni croati e segna ben ventiquattro reti ritrovandosi al secondo posto nella classifica marcatori della Liga spagnola dietro al solo Romario del Barcellona. Nella sua ultima stagione con il Siviglia il bomber croato dimostra il suo grande valore mettendo a segno diciassette marcature e offrendo ottime prestazioni che gli valgono la prestigiosa chiamata da un’istituzione del calcio spagnolo: il Real Madrid.

Trampolino di lancio

L’affare tra Real Madrid e Siviglia, messo in piedi per sostituire il partente Zamorano con Suker, viene concluso prima dell’inizio della stagione 1996-97 con i blancos che concludono la trattativa sulla base di circa undici milioni di euro sborsati in favore dei “Nervionenses” per accaparrarsi l’attaccante. Nella stagione che è effettivamente il suo trampolino di lancio il croato sembra non accusare minimamente la pressione e con la nuova “camiseta” segna al suo primo anno 24 reti accompagnate da due assist ai compagni (in carriera ne aveva fornito solamente uno). Quello che è a tutti gli effetti un anno di preparazione al grande salto si conclude con la Liga sollevata dalle “Merengues” e la qualificazione per la Champions League.

Nella seconda stagione con la camiseta blanca il giocatore torna a segnare relativamente poco in campionato (dieci reti) ma è in campo europeo che dà un grande contributo alla vittoria della Champions League vinta ai danni della Juventus di Del Piero e Zidane. Oltre alla coppa dalle grandi orecchie, tornata a Madrid dopo ben trentadue anni, Suker ed il Real Madrid si regalano anche la Supercoppa spagnola completando il “Doblete“.

Suker, il mondiale ’98 ed il lento declino

La stagione ’98-’99 di Suker inizia sotto i migliori auspici: la Croazia partecipa per la prima volta nella sua, seppur breve, storia ad un Mondiale e l’attaccante è una delle principali stelle di una squadra molto talentuosa e irriverente formata da gente come Boban, Jarni e dallo stesso Suker.

I balcanici passano prima un girone al secondo posto (preceduti dall’argentina che faceva di Gabriel Omar Batistuta il suo profeta), eliminano agli ottavi la Romania di Gheorghe Hagi ripetendo l’opera ai quarti con la Germania di Bierhoff che pochi anni prima li aveva eliminati dal primo europeo della storia croata. L’impresa viene però sfiorata in semifinale contro la Francia padrona di casa (che poi vincerà la competizione) con i croati che passano in vantaggio grazie proprio ad una rete di Suker su lancio di Asanovic per poi venire eliminata dall’incredibile doppietta di Thuram.

Nonostante la cocente eliminazione arrivata soprattutto per errori individuali, la Croazia riuscirà a battere l’Olanda nello spareggio per il terzo posto ancora una volta con un gol di Suker che si prenderà di diritto il titolo di capocannoniere indiscusso del Mondiale francese. Anche in ambito di club le cose iniziano abbastanza bene per l’attaccante che vince la Coppa Intercontinentale con la squadra spagnola nel dicembre 1998 ma, inaspettatamente, la punta riesce a trovare sempre meno minutaggio (anche a causa di deludenti prestazioni) e decide di lasciare la compagine a fine stagione concludendo quello che probabilmente è stato il ciclo più importante della sua carriera.

Alti e bassi di Davor Suker in Premier League

Ad avere la meglio tra le numerose pretendenti per circa cinque milioni di euro è l’Arsenal di Arsène Wenger che decide di dare un’ultima chance all’attaccante croato nel ruolo di riserva di lusso. Suker sembra iniziare con il piede giusto la nuova avventura inglese e, dopo tre partite da subentrato, all’esordio da titolare mette a segno la prima delle tre doppiette in Premier League con la maglia dei “Gunners“. Purtroppo la storia non continua allo stesso modo e nelle ventidue presenze sul manto verde l’attaccante riesce a gonfiare la rete solamente per otto volte sbagliando persino un rigore, risultato poi fatale, in finale di Coppa UEFA contro il Galatasaray.

Vista la non fertilissima stagione a Londra e la grande delusione per il trofeo mancato il giocatore viene ceduto a titolo gratuito al West Ham United dove però non riesce mai ad imporsi del tutto trovando pochissimo spazio tra le gerarchie della squadra inglese (solo undici presenze e due gol). A fine anno viene ceduto, ancora una volta a titolo gratuito, al Monaco 1860 militante in Bundesliga.

Il crepuscolo di Suker in Bundesliga

La stagione 2002-03 e quella 2003-04 contraddistingueranno la prima esperienza di Davor Suker in Germania e al contempo stesso l’ultima della sua carriera. Nei due anni in Baviera viene messo al centro del progetto e ricambia segnando nove gol in trentanove partite di campionato e altre tre reti in cinque match di DFB-Pokal disputati, troppo pochi per il grande bomber croato che decide così di mettere la parola fine sulla sua carriera che è stata una vera e propria montagna russa: molti alti ma anche molti, troppi, bassi.

Davor Suker oggi

Dopo aver abbandonato il mondo del calcio giocato, Davor Suker si è cimentato nel calcio dirigenziale e nel 2015 è entrato a far parte del Comitato Esecutivo UEFA oltre ad essere a capo della Federcalcio croata dando un degno seguito alla storia di un grande attaccante, il più grande bomber della storia della Croazia.

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