Bobby Charlton, biografia del campione del mondo con l’Inghilterra, nel post di Campioni Calcio
L’Inghilterra è la patria del calcio. Se infatti esiste lo sport più popolare e praticato al mondo lo si deve all’invenzione e all’intuito degli inglesi. Ma il calcio come sport più praticato lo si deve soprattutto ad icone come Bobby Charlton, che hanno reso possibile tutto questo. Non a caso il campionato inglese, oltre ad essere uno dei più spettacolari al mondo, è anche uno dei più seguiti e idolatrati, sia dagli inglesi stessi che nel resto del mondo.
Nella Premier League dalla versione moderna a quella più datata, sono passati diversi grandi calciatori che hanno fatto la storia del calcio e hanno fatto brillare gli occhi degli appassionati oltremanica. Un’istituzione anglosassone, da questo punto di vista, è stata proprio colui che risponde al nome di Bobby Charlton. Un sir il cui nome riecheggia nel tempio di Old Trafford ancora oggi e fa venire i brividi ad ogni buon tifoso del Manchester United che si rispetti, ma in generale a qualsiasi appassionato di questo sport.
Sir Bobby Charlton appartiene a quella vecchia concezione di calcio e a quella categoria di calciatori che potevano giocare e vincere da soli. E lui di trofei ne ha vinti tanti, nonostante abbia vinto, paradossalmente, meno di quanto avrebbe potuto aspirare realmente.
Oggigiorno lo si definirebbe come la classica mezzala, il “tutto-campista” che occupava qualsiasi zona del campo di gioco e il cui ruolo, ai bei tempi che furono, era abbastanza indefinito. A metà strada quindi tra un centrocampista ed un attaccante.
Completo sotto tutti i punti di vista, leader con spiccate capacità di inserimento in fase offensive. Caratteristiche tecniche che lo hanno inevitabilmente elevato ad uno dei calciatori inglesi più forti di sempre, se non il più forte.
A livello tecnico è da considerarsi come uno dei più grandi e vincenti, associabile solamente a pochi altri mostri sacri.
Vediamo qui su Campioni Calcio, la storia e gli step professionali di Sir Bobby Charlton, uno dei campioni del mondo di Inghilterra ’66, peraltro unico titolo mondiale conquistato dagli inglesi nella loro storia.
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Bobby Charlton, una carriera al Manchester United
Bobby Charlton nasce ad Ashington, UK, l’11 ottobre del 1937. Fratello di Jack Charlton, anche lui calciatore e campione del mondo del 1966 con la nazionale inglese, e in seguito allenatore. I Charlton hanno una notevole tradizione come calciatori: infatti anche gli zii, George, Jack, Jim, Stan e Jackie Milburn furono tutti calciatori professionisti.
Bobby Charlton rappresenta il Manchester United ed il Manchester United rappresenta Bobby Charlton. Basta nominarlo e ad Old Trafford gli stendono idealmente il tappeto rosso. Una vita in Red Devils.
Estrema sintesi di un attaccamento e di una propensione a difendere quei colori lì tra i più prestigiosi del calcio inglese e internazionale. Chi gioca al Manchester United resta per sempre nella storia del calcio, a prescindere da ciò che fa e ciò che agguanta in termini di trofei e competizioni. Bobby Charlton ce l’ha eccome questa predisposizione, sin dagli albori. Cresciuto in una famiglia dalla forte e spiccata esposizione calciofila, Bobby ha subito il fascino del Manchester United dalle giovanili nel 1954, passando poi per la prima squadra 2 anni più tardi. Passato alla storia, inoltre, per il tragico incidente aereo di Monaco di Baviera in cui persero la vita tanti suoi compagni di squadra di allora. Lui sopravvive e fa partire la favola del più grande calciatore passato per l’Old Trafford.
In quasi 15 anni di United egli porta a casa 1 Coppa d’Inghilterra, 2 campionati e 1 Coppa dei Campioni, la prima assoluta da Capitano e leader indiscusso. Una finale leggendaria contro un altro mito del calcio internazionale, tale Eusebio, surclassato, per l’occasione, con un perentorio 4-1 insieme al suo Benfica.
Ma non bastano questi riconoscimenti sul campo con 758 partite e 249 gol segnati allo UTD, per descrivere in maniera sostanziale il suo ruolo all’interno della squadra come colonna portante indissolubile e insostituibile.
Negli anni soltanto un’altra colonna portante come Ryan Giggs è riuscito a superarlo nella speciale graduatoria per numero di presenze in maglia United. A testimonianza della grandezza estrema e consolidata dell’uomo e del personaggio, idolo delle folle di ieri, oggi e, probabilmente, anche domani.
Bobby Charlton a fine carriera
Dopo aver reso leggendaria la sua carriera con la gloriosa casacca United, per Bobby Charlton è iniziata la parabola discendente a partire dal 1970. Dopo 14 anni di onorata presenza ad Old Trafford sostituiti dalla parentesi decisamente meno prestigiosa al Preston North End Football Club, squadra che attualmente milita nella seconda divisione inglese.
Le ultime battute della sua attività agonistica decide, invece, di trascorrerle al di fuori della sua Inghilterra, approdando in Irlanda al Waterford UTD, e infine nella lontanissima Australia ai Melbourne Victory, dove disputa, tuttavia, solamente 14 partite, ben figurando con i suoi 7 gol.
Nel 1976 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato dopo aver dato lustro al calcio inglese sia a livello di club che di Nazionale.
Bobby Charlton in Nazionale
Proprio in Nazionale Sir Charlton si è distinto in maniera piuttosto eclatante e prestigiosa, entrando a pieno diritto negli almanacchi del calcio. Se l’Inghilterra è riuscita a vincere un unico Mondiale tra i tanti disputati, peraltro giocato in casa, lo deve soprattutto alla figura di Bobby Charlton, ma non solo lui. In quella finale (passata alla storia anche per il gol-non gol di Hurst) vinta per 4-2 dagli inglesi contro la Germania Ovest, è marcato dal giovane Beckenbauer. E’ incoronato campione dalla stessa Regina Elisabetta, che lo nomina anche Sir a vita. In ogni caso, la sua guida e leadership in campo contribuisce in maniera pesante e preponderante all’ascesa Mondiale.
In quello stesso anno, non a caso, si aggiudica anche il riconoscimento del Pallone d’Oro.
Un’impresa che si stava compiendo già 4 anni prima ai Mondiali del 1962, ma la cui corsa fu fermata soltanto dal Brasile ai quarti di finale.
Nel 1970, in occasione del Mondiale messicano, lascia anche la maglia della Nazionale e si rende disponibile soltanto per squadre di club.
In totale messi a segno 49 reti in 106 partite con la Nazionale Inglese.
Fino a qualche anno fa deteneva il record di gol e presenze in Nazionale, ma poi è sopraggiunto un certo Wayne Rooney a rubargli lo scettro e a diventare il più grande di sempre sotto questo punto di vista. Nulla di grave.
Conclusioni
Non sarà di certo uno scettro soffiato, idealmente parlando, a scalfire la grandezza dell’uomo e del personaggio Bobby Charlton. Inglese purosangue che ha regalato l’unica gioia al popolo anglosassone fino ad ora in campo internazionale.
Gli stessi inglesi che aspettano ancora che ne nasca un altro di Sir Charlton, ma non è detto che avvenga a breve o che avvenga del tutto. Cercheranno quelli attuali di non far rimpiangere nessuno, ma la missione appare altamente complicata.
Bobby Charlton nella leggenda, sempre e comunque: questa l’unica certezza del momento.