Angelo Peruzzi, bio del portiere di Roma, Juventus e Lazio nel post a cura di Campioni Calcio
La scuola italiana dei portieri vanta una tradizione secolare a dir poco gloriosa e affascinante allo stesso tempo. Ne sono passate di vecchie glorie a difendere i pali di una porta difficilmente scardinabile. Abilità di presa e sicurezza accostabili alla figura di Angelo Peruzzi.
Un vero e proprio mito per chi ha vissuto i fasti del grande calcio italiano a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. Angelo Peruzzi è stato una leggenda della porta la cui carriera si è sviluppata sempre e inesorabilmente verso l’alto.
Vediamo in questo nuovo post a cura di Campioni Calcio gli step professionali del portiere italiano Angelo Peruzzi, nelle righe a seguire. Bentornati sul nostro portale!
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Angelo Peruzzi, gli inizi
Angelo Peruzzi nasce a Blera il 16 febbraio del 1970.
Il debutto di Angelo Peruzzi nel calcio professionistico avviene con la maglia della Roma. Corre l’anno 1987. L’annata successiva fa ancora il vice dell’allora portiere titolare, Franco Tancredi, ma colleziona molte più presenze tra campionato e coppe.
Segno di una scalata in campo appena iniziata. Il nome di Peruzzi comincia a riecheggiare nelle cronache sportive in maniera più frequente a partire dalla stagione 1989/1990. A 19 anni compie il suo primo campionato di Serie A da titolare con la maglia del Verona. Sin da subito emergono le sue qualità muscolari, oltre che tecniche, che lo porteranno ad essere soprannominato “Cinghialone”. Una stazza invidiabile la sua non solo dai portieri, ma anche dagli altri giocatori, indipendentemente che fossero compagni di squadra o meno.
Un talento di impatto, a tal punto da far sperare i tifosi veronesi di potersi salvare dopo una stagione disastrosa in termini di rendimento, ma alla fine della fiera non è così. La retrocessione del Verona in B, tuttavia, lancia sul grande palcoscenico italiano un astro nascente della porta pronto ad esplodere in tutta la sua energia fisica. Colleziona con i veronesi un totale di 30 presenze.
La Roma prova a riprenderselo per affidargli le chiavi della porta, ma dopo 3 giornate è costretta a rinunciare ai buoni propositi di inizio stagione. Peruzzi, infatti, subirà una squalifica di 12 mesi perché trovato positivo ad un controllo antidoping. Una vicenda che non frena in alcun modo la crescita tecnica ed umana di questo ragazzone.
Con la Roma vanta un totale di 26 presenze complessive.
Angelo Peruzzi alla Juve
Nella stagione 1991/1992 Peruzzi può tornare a giocare liberamente e su di lui decide di puntare la Juventus. Prima di spiccare definitivamente il volo deve fare apprendistato sotto la figura predominante di un altro grandissimo numero 1 dell’epoca, Stefano Tacconi.
L’esordio con la maglia bianconera è in un match di Coppa Italia disputato contro l’Inter nel febbraio 1992. Para persino un rigore al mitico Franco Baresi nella semifinale di ritorno della stessa competizione contro il Milan. Uno dei punti più alti raggiunti ad inizio carriera.
Tacconi a fine stagione dà l’addio alla Juve e questo spiana la strada per la conclamata titolarità di Peruzzi. Alla prima annata da numero 1 alza al cielo la Coppa Uefa, primo trofeo importante agguantato a livello personale.
Con l’arrivo di Marcello Lippi in panchina a partire dal 1994/95 la candidatura di Angelo Peruzzi tra i migliori portieri italiani trova nuova linfa vitale. Giungono in successione primo Scudetto e Coppa Italia ad allargare il palmares, quest’ultima assegnata nella rivincita contro il Parma.
Il punto in assoluto più alto della spedizione bianconera lo raggiunge in quella famosa sera di Roma dove annienta Litmanen e soci. La Juve batte l’Ajax ai calci di rigore dopo le parate decisive di Peruzzi.
La Coppa Intercontinentale e la Supercoppa europea suggellano un pedigree internazionale ormai affermato. La seconda finale di Champions, stavolta in opposizione ai tedeschi del Borussia Dortmund, non sorride questa volta.
Vincitore di Supercoppa italiana, campione d’Italia e finalista di Champions League ancora una volta nell’annata 1997/98. Altra sconfitta bruciante rimediata stavolta contro il Real Madrid. Nonostante ciò Peruzzi si conferma tra i primi 10 portieri più forti al mondo secondo la critica calcistica, oltre che miglior portiere della Serie A secondo la Lega. Ma al termine della stagione 1998-99, amara per la Juventus, il portiere decide di seguire Lippi a Milano, sponda Inter.
Per Peruzzi saranno 301 presenze totali con la maglia bianconera, che veste per ben 8 stagioni complessive.
Angelo Peruzzi all’Inter
Nel 1999/2000 per Angelo Peruzzi arriva il momento di passare dal bianconero al nerazzurro, seguendo le orme del suo mentore Marcello Lippi. L’avventura all’Inter va tutt’altro che in una direzione positiva.
Dura solo un anno, anche se riesce comunque a mantenere livelli altissimi in termini di prestazioni e rendimento, risultando, al solito, uno dei giocatori più decisivi dell’intero campionato, aiutando i nerazzurri a qualificarsi alla Champions League.
Saranno 38 le presenze complessive con l’Inter.
Angelo Peruzzi alla Lazio
Il trasferimento alla Lazio neo scudettata, concretizzatosi nell’estate del 2000, permette al “Cinghialone” di contribuire a rinforzare la bacheca biancoceleste in maniera considerevole. Sono i tempi d’oro di Cragnotti e avere un portiere di questa stazza e spessore dalla propria non fa altro che aumentare il prestigio in ambito nazionale ed europeo.
In 7 stagioni biancocelesti consegue la Supercoppa italiana e la Coppa Italia, anche se in campionato non riesce ad andare oltre due terzi posti. Il 20 maggio 2007 la sua ultima partita in carriera. Un Lazio-Parma che è già storia del calcio e della società biancoceleste.
Con i biancocelesti colleziona 226 presenze complessive.
In totale saranno più di 600 incontri accumulati da giocatore professionista, di cui quasi 500 giocati solamente in Serie A. Bastano e avanzano per essere eletto miglior portiere agli Oscar del calcio AIC per la terza volta in carriera.
Angelo Peruzzi in Nazionale
Angelo Peruzzi viene convocato per la prima volta nella Nazionale italiana Under 21 dal ct Cesare Maldini. La prima partita è un amichevole con Malta del dicembre 1988. Ad Euro ’90 di categoria strappa subito la titolarità.
Ad Euro ’92 partecipa, seppur come riserva, alla trionfale spedizione azzurra conclusasi con il primo posto. Non è incluso nella lista dei convocati per il Mondiale ’94 con l’Italia maggiore. Ne resterà in pianta stabile soltanto a partire dagli Europei del 1996.
Il ct Arrigo Sacchi punta in maniera preponderante su di lui. Cesare Maldini ne consolida il posto, così come farà Dino Zoff prima dell’arrivo di un giovanissimo Gigi Buffon a sconvolgere tutte le gerarchie.
Non prende parte ad Euro 2000 poiché rifiuta la convocazione per non essere considerato il terzo dietro Toldo e Buffon. Il ruolo di riserva gli sta stretto anche agli Europei del 2004 con Trapattoni in panchina.
Il 2006 lo si ricorda e celebra anche e soprattutto per la presenza di Angelo Peruzzi come uomo spogliatoio. Una sorta di connettore tra i titolari e le “riserve”, a cui lui apparteneva alle spalle di Buffon. Ma non per questo non si può dire che quel Mondiale non lo abbia vinto anche lui. Anzi. A 36 anni la degna chiusura di un cerchio glorioso percorso anche in Nazionale.
In Nazionale gioca un totale di 31 presenze.
Appese le scarpette al chiodo, Peruzzi si dedica a vestire per lo più ruoli dirigenziali e di accompagnatore tecnico tra la stessa Nazionale e squadre di club, segnatamente la Lazio. Rassegna le dimissioni nel 2021 e non fa più parte dello staff del club.